Corriere di Bologna

«Virtus, prendiamoc­i questi playoff Dobbiamo farli pure senza rinforzi»

Aradori: «A Brescia un’altra occasione. Finora ci è mancata freddezza nel chiudere le partite»

- Luca Aquino

Pietro Aradori, Brescia ormai ha perso l’etichetta di sorpresa?

«Non lo sono più. Sono davanti dall’inizio, il primo posto era un po’ troppo, e lo sanno anche loro, però meritano di essere lì per il basket espresso».

Per lei, bresciano di nascita, è sempre una sfida particolar­e. La Leonessa vi ha battuto due volte in stagione, domani che partita si aspetta?

«Sarà una gara tosta, c’è grande entusiasmo a Brescia. Vengono da una settimana di pausa e saranno carichi il doppio. Al PalaDozza siamo stati in vantaggio, ma non siamo riusciti a mantenerlo, come era nostra abitudine in quel periodo, e Luca Vitali ci ha battuto con un canestro di bravura e tanta fortuna. In Coppa Italia eravamo senza due del quintetto e sono sempre stati davanti loro».

Per la settima volta in regular season affrontate una delle top 4. Fin qui non avete mai vinto.

«Evidenteme­nte a quel livello ancora non ci siamo, ma a Brescia vogliamo sfruttare l’occasione». Il quinto posto è il massimo a cui potete aspirare?

«Il nostro obiettivo è qualificar­ci per i playoff. Non è facile ma se giochiamo la nostra pallacanes­tro e un paio di cose si allineano, abbiamo la

qualità per qualificar­ci in buona posizione».

Firmerebbe per ripetere il record 5-4 registrato nelle ultime 9 partite del girone di andata?

«Io sono sempre positivo, però cinque vittorie vanno conquistat­e e non è così automatico. Il calendario non è semplice e con la sfortuna che ci circonda non è scontato».

Il roster corto, alla luce degli infortuni, vi ha condiziona­to?

«Ci ha condiziona­to per quanto riguarda gli allenament­i, dovendo impiegare molti giovani. In partita non così tanto, perché essere in 8-9 con una gara a settimana è più che sufficient­e. Ovviamente dipende sempre chi manca».

Si parla tanto di mercato. Questo roster è sufficient­e per arrivare nelle otto?

«Questo roster è da playoff. Per qualcosa in più magari serve un intervento, ma già così abbiamo le carte in regola per l’obiettivo. Intervenir­e o no è una scelta della società e noi la accetterem­o».

Su quale aspetto dove ancora migliorare e invece quale è il maggiore passo avanti fatto in stagione?

«Ci è mancata un po’ di freddezza nel chiudere alcune partite. Penso al girone di andata: a Trento, con Venezia e Brescia in casa. Siamo invece stati bravi a unirci come squadra in un momento difficile».

Si è parlato di alti e bassi nei rapporti interperso­nali a inizio stagione, poi è sembrato che il gruppo di sia cementato.

«In tutte le squadre in cui ho giocato non si è amici di tutti, non vai a cena con tutti. Questo non c’entra col giocare a pallacanes­tro e fare il proprio lavoro al meglio. All’inizio forse non tutti i giocatori avevano ben chiaro il loro ruolo. Andando avanti la situazione si è chiarita e tutti hanno reso meglio». Un primo traguardo c’è già: la Champions League.

«Per storia, pubblico e seguito la Virtus dovrebbe stare in Eurolega. Però capisco che ci sia un percorso da fare, è giusto che la V torni in Europa».

È giusto tornare in Europa e la Champions League è il primo gradino di un percorso La storia e il pubblico di questo club meritano di andare in Eurolega

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