Il segretario anticipa: «Gestione collegiale»
Direzione Pd, si apre il caso Critelli
Il segretario Pd Francesco Critelli prova a giocare d’anticipo: «Assicuro una gestione collegiale del partito» ha detto ieri prima in segreteria e poi alla Direzione del Pd, dopo lo tsunami elettorale che ha sfiorato anche Bologna. La mossa del segretario potrebbe servire a placare gli animi, visto che tra i big schierati per le sue dimissioni per motivi politici (da Zampa a Lenzi) e i documenti dei circoli della provincia che chiedono un segretario a tempo pieno, ha bisogno di compattare il partito.
La situazione è talmente drammatica che prima di ogni altra cosa, anche per il Pd di Bologna, bisogna capire che cosa è successo davvero il 4 marzo. O per dirla con le parole del consigliere regionale Giuseppe Paruolo: «Se iniziamo subito la discussione di chi deve essere il prossimo segretario, rischiamo che quello che arriva sia il segretario di un partito che non esiste più». Fatta questa premessa però tra le tante cose che dovranno essere discusse nelle prossime settimane c’è anche l’idea di Francesco Critelli di cumulare la carica di deputato e quella di segretario del partito, un’idea che non convince tutti. Anche se lui, sostenuto dal sindaco Virginio Merola, tiene la posizione: «Non abbandono la nave».
La prima a chiedere le dimissioni di Critelli per ragioni avere bisogno di un segretario a tempo pieno: è successo alla riunione di tutti i circoli di Castelmaggiore e segnali in questa direzione arrivano anche dai circoli di Anzola e di Pianoro. Un modo elegante per dire che Critelli deve lasciare il posto.
Per la senatrice uscente Francesca Puglisi ora è il momento della ricostruzione e non delle divisioni ed è l’ora in cui il partito deve stare vicino agli amministratori locali. Alcuni di questi però sono con la valigia in mano. Un esempio? Stefano Sermenghi, sindaco di Castenaso, uomo simbolo della prima fase del renzismo ora guarda al partito dei sindaci di Pizzarotti: «Sto seguendo questo progetto con interesse — spiega — e spero che non facciano la stampella del Pd alle prossime Regionali e mettano in campo un progetto alternativo: in questo caso li potrei seguire». Scusi ma ha per caso lasciato il Pd? «No, ma se dovessi mai vedere l’alleanza con i Cinque Stelle me ne andrei».
Ieri sera il segretario Pd Francesco Critelli ha fatto la sua relazione alla Direzione che prima ha anticipato alla Segreteria. Fiutata l’aria che tira ha fatto l’unica mossa che poteva fare promettendo «una gestione collegiale del partito» in un momento di difficoltà come questo. La sua mossa potrebbe anche bastare per una ragione semplice: nessuno in questa fase ha la forza e la voglia di aprire altre stagioni congressuali: chiamare gli iscritti a votare in queste condizioni potrebbe anche suscitare reazioni non gradite da parte della base. L’alternativa è quella di eleggere il nuovo segretario in assemblea dove però Critelli e i suoi alleati hanno la maggioranza. Nessuno però vuole firmare cambiali in bianco e per qualche settimana è probabile che la questione del doppio ruolo rimanga in sospeso. Se davvero alle parole seguiranno i fatti Critelli potrebbe rimanere alla guida del partito. Di sicuro quando si parla di gestione collegiale si dovrà partire soprattutto da un aspetto molto più vicino di quello che si pensa: le elezioni regionali e la composizione delle liste. Però questa volta, più di altre volte, il Pd dovrà davvero prima di ogni altra cosa comprendere le ragioni dello tsunami che questa volta ha solo sfiorato Bologna. Anche perché potrebbe essere l’ultimo avviso.