BOOM TURISTICO UNA DOPPIA SFIDA
Tra le venti mete europee maggiormente richieste dai turisti c’è Bologna, con l’11% in più di arrivi nel 2017. Una prestazione ragguardevole alla luce delle dinamiche che contraddistinguono il settore dei viaggi. Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale del turismo, l’onda dei vacanzieri si è alzata di molto nell’Unione Europa che ospitava 331 milioni di visitatori internazionali nel 2000, saliti a 478 milioni del 2015. Costoro contribuiscono per oltre il 10% al Pil dell’Unione e generano il 12% circa dei posti di lavoro. A fronte di opportunità numerose e allettanti per le imprese del comparto, le sfide da affrontare sono ardue. Due in particolare. Per un verso, la sostenibilità ambientale e sociale. Bologna mostra la bellezza del suo sorriso largo che esprime apertura verso il turista, il quale chiede anche comprensione e rispetto. Gli amministratori locali e gli operatori turistici devono coordinarsi per rendere compatibili gli interessi degli ospiti con le esigenze dei residenti. L’obiettivo è ambizioso tanto da richiedere tra le parti in gioco una buona e incessante conversazione che è un compromesso tra esprimere le reciproche aspettative e saperle ascoltare.
Le informazioni digitali rappresentano la seconda sfida perché è su tale fronte che è andato in crisi il consolidato modello di business dell’ospitalità e dei servizi, incluse le agenzie di viaggio. I pacchetti turistici da loro raccomandati si scontrano con un crescente flusso di fornitori e siti web che permettono al turista di comparare tutte le offerte disponibili. La democratizzazione dell’informazione interviene a modificare anche i servizi di ospitalità, com’è già accaduto con Airbnb che porta il turista a soggiornare in un appartamento privato anziché in un albergo. È questo un terreno di conflitto tra i sostenitori di un approccio più personalizzato ai clienti che concorre a indirizzare i turisti verso mete prima meno popolari e i critici che mettono sul tappeto una serie di questioni legate al lavoro e alla sicurezza sociale, al rispetto delle norme, ai regimi fiscali e alla concorrenza sleale. Non vorremo che alla ricca sorgente del turismo venissero per abbeverarsi le tigri degli affari «mordi e fuggi». Occorre allora trovare un modello turistico che permetta alla comunità bolognese di prosperare e di far fiorire gli affari, senza perdere la propria natura e la propria dimensione umana.