L’Ibc e i suoi 27 «furbetti» I pm: «Archiviate tutto»
La Procura chiede di archiviare la posizione dei 27 dipendenti Ibc accusati, a partire da un servizio di Striscia, di assenteismo.
La gestione dell’orario di lavoro all’Ibc era così «disordinata che non è stato possibile escludere con certezza che le assenze individuate per i giorni a cui si riferiscono le riprese, non siano poi state recuperate durante altre giornate». La Procura si vede quindi costretta a chiudere con un colpo di spugna l’inchiesta sugli assenteisti all’Ibc , chiedendo l’archiviazione del fascicolo per truffa aggravata ai danni dello Stato per 27 dipendenti. L’inchiesta era scoppiata quasi un anno fa dopo un servizio di Striscia la notizia che riprendeva i dipendenti uscire in orario di lavoro senza timbrare il cartellino. I vertici si dimisero, Vincenzo Colombo, padre dell’ex assessore Andrea, fu licenziato a pochi mesi dalla pensione e una ventina di colleghi sottoposti a procedimenti disciplinari e sospensioni. Ma a novembre la pm Michele Guidi ha inviato l’avviso di fine indagine a 22 indagati, stralciando già cinque posizioni per lieve entità del fatto, ora chiede l’archiviazione. Le memorie difensive degli indagati hanno convinto gli inquirenti che le accuse non avrebbero retto in aula, dovendo basarsi esclusivamente sulle riprese del tg satirico. Gli indagati si sono difesi in alcuni casi sostenendo di essersi allontanati per andare in farmacia o per lavorare a progetti esterni, in altri casi di essere rientrati dall’ingresso secondario, o di aver fatto pause caffè e sigarette. Tutti hanno messo in risalto che nel documento sull’orario di lavoro della Regione Emilia Romagna «è sancito il principio della flessibilità con contabilizzazione mensile», quindi, osserva la Procura, sebbene fosse sottoposta a regole «scarsamente osservate, una prassi consolidata consentiva una gestione flessibile dell’orario di lavoro nella prospettiva di un recupero». È, ad esempio, la difesa di Colombo, che ha dichiarato di essersi allontanato quando fu beccato da Striscia al parco con il cagnolino in quanto per quel mese aveva già superato il monte ore, e di non essere più rientrato perché preso dal panico. Colombo ha inoltre impugnato il licenziamento. La battaglia si sposta ora in sede civile, dove però l’archiviazione nel penale, se avallata dal gip, potrebbe avere un peso, e davanti alla Corte dei Conti a cui la procura regionale ha chiesto di condannare i dipendenti accusati di assenteismo a pagare un danno erariale e d’immagine di 600.000 euro complessivi. Lo scandalo, comunque, ha portato la nuova dirigenza a imporre una stretta: da novembre vanno timbrate anche le assenze inferiori ai 30 minuti.