Corriere di Bologna

L’Alma Mater con gli occhi a mandorla

Più di 800 gli studenti cinesi. Seimila in tutto gli stranieri: vengono da ogni continente

- Di Marina Amaduzzi

United colors of Unibo, sarebbe il caso di dire. Arrivano infatti da ogni parte del mondo, anche dagli angoli più sperduti del pianeta, i quasi seimila studenti internazio­nali iscritti a un corso di studio o in scambio da un’altra università almeno per un periodo di sei mesi. È una delle fotografie, la più colorata appunto, che emerge dall’analisi degli iscritti all’Alma Mater. I più numerosi sono i cinesi, seguiti dagli albanesi.

United colours of Unibo, sarebbe il caso di dire. Arrivano infatti da ogni parte del mondo, anche dagli angoli più sperduti del pianeta, i quasi seimila studenti internazio­nali iscritti a un corso di studio o in scambio da un’altra università per un periodo di almeno sei mesi. È una delle fotografie, la più colorata appunto, che si evidenzia dall’analisi degli iscritti all’Alma Mater. Con l’aggiorname­nto delle nuove immatricol­azioni emerge che gli studenti dell’Università di Bologna sono 81.708, in leggero aumento rispetto agli 81.367 dell’anno accademico passato.

Cominciamo dagli studenti stranieri che sono cresciuti un po’, da 5.871 a 5.992. «Dal 2015 al 2017 c’è stato un aumento del 10% degli studenti internazio­nali in senso lato, che rappresent­ano essi stessi circa il 10% dei nostri iscritti . Questo dato non è una sorpresa per noi — spiega il prorettore vicario, Mirko Degli Esposti — ma un preciso obiettivo strategico che ci siamo dati. L’aumento di questi studenti è legato anche alla crescita dell’offerta formativa internazio­nale che è passata da 58 a 71 corsi di laurea in due anni. Dei 209 corsi di studio complessiv­i, ben 71 sono in lingua straniera, quindi per noi è un risultato molto importante». Arrivano da oltre 140 Paesi, anche se il drappello più consistent­e è formato dai cinesi: ben 845 sono quelli iscritti quest’anno all’Alma Mater, la comunità di studenti stranieri al primo posto della classifica. «Rappresent­ano il 14% di tutti gli studenti stranieri — prosegue Degli Esposti — e a loro dedichiamo molte iniziative». Da anni a Bologna c’è l’Istituto Confucio, tra i più attivi in Italia, e l’associazio­ne Collegio di Cina che tiene i rapporti tra i cinesi e il territorio. Oltre un quarto degli studenti stranieri arriva dall’Est Europa, con Romania, Ucraina e Moldavia in testa. La seconda comunità dal punto di vista numerico è quella albanese, mentre al quinto e sesto posto ci sono Iran e il Camerun, quest’ultimo il Paese africano che invia più cervelli, seguito dai vari Paesi del Maghreb. «Quello del Mediterran­eo è per l’Alma Mater un bacino naturale — prosegue il vicario — con la prorettric­e alle relazioni internazio­nali abbiamo una serie di iniziative anche legate ai profughi».

Studiano a Unibo anche 39 giovani nigeriani, 28 dalle Filippine, 26 dal Vietnam, 16 dal Togo, 7 dalla Corea del Sud. E ancora due studenti dal Turkmenist­an, altrettant­i dal Ruanda, dalla Sierra Leone, dal Nicaragua, uno dall’Uganda, dall’Uzbekistan e da Trinidad e Tobago. «Il nostro Ateneo ha avuto quest’anno ancora più stanziamen­ti dal Fondo Giovani del ministero dell’Università — racconta la prorettric­e alle relazioni internazio­nali, Alessandra Scagliarin­i — si tratta di circa 400 mila euro in più rispetto ai 3,3 milioni ricevuti l’anno scorso. È un fondo che dà opportunit­à di mobilità all’estero per i nostri studenti e viene assegnato anche in base all’efficienza della mobilità».

Sono 38.785, infine, gli studenti che arrivano da altre regioni d’Italia, con le Marche al primo posto (5.062) e a seguire Puglia (4.316), Veneto (3.743) e Sicilia (3.528). «Colpiscono anche i 2.719 dalla Lombardia — conclude Degli Esposti — siamo l’università che più attrae da fuori regione in Italia».

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