Coop bianche, dieci anni di crescita «Ma vanno isolate quelle irregolari»
Al rialzo occupati e fatturato. Milza: «A tutti chiedo di denunciare le realtà false»
Le coop bianche tornano a crescere. Negli ultimi dieci anni il sistema cooperativo ha creato 23.104 nuovi posti di lavoro (+41,42%) e ha visto crescere il proprio fatturato di oltre 2,5 miliardi di euro (+23,14%). Sono questi i dati diffusi da Confcooperative, nell’anno in cui festeggia i suoi 50 anni di vita: solo nel 2017 gli occupati sono aumentati del 4,2%, rispetto al 2016, pari a 3.215 nuove posizioni su 78.887 persone impiegate. Gli affari invece sono saliti del 3%, circa 401 milioni in più, per un totale di 13,6 miliardi di euro. «Parliamo di aumenti determinati soprattutto dal buon andamento dei servizi, del sociale e del comparto agroalimentare — sottolinea Francesco Milza, presidente di Confcooperative regionale, che oggi contra 1.632 realtà (+0,8% rispetto all’anno scorso) —. Tutti settori che vogliamo tutelare dalle false coop, che sfruttano i lavoratori, falsano la concorrenza e infangano il nostro sistema».
Non usa mezzi termini il presidente Milza per descrivere un problema che rischia di minare la credibilità di una realtà, come quella cooperativa, ben radicata nel nostro territorio. «Non possiamo limitarci a fare proclami — continua — ma dobbiamo agire. E i primi a farlo devono essere anche gli stessi committenti, che non possono più fare finta di non sapere con chi concludono affari. In qualche modo anche loro ne sono responsabili. Serve una maggiore attenzione da parte di tutti perché tutti ne siamo coinvolti. Ai cooperatori chiediamo di agire e denunciare».
La promessa, da parte del colosso delle coop bianche, è quella di attivarsi, con la Regione e gli organi di vigilanza, per mappare e segnalare tutte le situazioni irregolari. «La lotta alle false coop è necessaria per tutelare il nostro sistema: solo il 14,6% delle nostre imprese ha cessato l’attività negli ultimi cinque anni contro la media delle società di capitali che viaggia attorno al 20,4% — aggiunge il direttore generale di Confcooperative Pierlorenzo Rossi —. Circa il 73,3% dei nostri occupati ha un contratto a tempo indeterminato e il 63,9% è donna. Ecco perché non possiamo rischiare di perdere ciò che abbiamo costruito». Inoltre in tutta la regione negli ultimi tre anni sono nate 31 cooperative da diverse situazioni di crisi aziendale, i cosiddetti workers buyout, tra cui Evoluzione Società a Bologna. Una realtà che svolge servizi di facchinaggio all’interno del Caab ed è costituita circa 40 persone. È nata nel 2016 sulle ceneri di un’altra impresa di Rovigo, e i suoi lavoratori si sono rimessi in gioco nella sede dl capoluogo. Sul fronte banche di credito cooperativo, gestite dal colosso, si è assistito infine ad un ridimensionamento, dopo la riforma voluta da Matteo Renzi. Da 19 sono diventate 13, il fatturato è calato del 1%, pari a circa 12 miliardi di euro, mentre gli occupati, per via dell’accorpamento, sono diminuiti del 3,8%.