Corriere di Bologna

Bravo Gotti Un dialogo vero per costruire

- Di Daniele Labanti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Con tutto il rispetto per la carriera e la competenza di Roberto Donadoni, ha detto più cose interessan­ti Luca Gotti in un quarto d’ora dopo il match con la Lazio che il capo allenatore in quasi tre anni. Parlare dopo un buon pareggio all’Olimpico è indubbiame­nte più facile rispetto a una conferenza stampa dopo una sconfitta con la Spal o l’Atalanta, ma Gotti non è andato a raccontare favole. Non ha detto di non aver sentito fischi, ne ha anzi parlato dando alla sua reazione un tono umano. Non ha detto che sono tutti felici di vedere questa squadra nelle recenti condizioni, ma ha sottolinea­to la pretesa di mandare in campo giocatori che non abbiano paura quando giocano la palla. Non ha detto che Avenatti è un giocatore tecnico che merita una chance, ma ha spiegato perché Destro non era adatto a giocare a Roma e forse in nessun Bologna di oggi. Ha parlato di calcio perché può piacere o non piacere il suo modo di vederlo ma di certo ha le competenze per farlo.

Anche Donadoni le ha. Ecco perché dispiace quando non le mette a disposizio­ne. Ecco perché dispiace quando Claudio Fenucci racconta l’entusiasmo dei club di tifosi all’arrivo dei giocatori alle cene, che è un po’ come quando Berlusconi in mezzo alla crisi sosteneva che i ristoranti fossero pieni. Nemmeno a farlo apposta, a tarda sera di domenica Gotti rispondeva con i fatti al nostro editoriale di ieri, che parlava dei tecnici a Bologna. Una città dove non basta allenare i giocatori, ma occorre essere inclusivi verso la gente e interpreta­re il ruolo in modo moderno e capace di coinvolger­e tutti nel dibattito sportivo. Un’abilità che ha fatto amare allenatori anche senza aver alzato coppe e trofei. Il dialogo sportivo è capace di costruire grandi cose, in una città come questa. E poi se deve giocare solo Palacio, così sarà. In fondo è stato lo staff tecnico a volerlo fortemente e di certo questo è un grosso merito.

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