Venturi non cede all’assedio dem «La nostra sanità è un modello»
L’assessore nel mirino: la fiducia di Bonaccini? Una questione che non si pone. Lavoro ventre a terra
Cosa pensa delle critiche avanzate al modello della sanità emiliana da autorevoli dirigenti del Pd di Bologna?
«Mi piace ragionare nella logica del gioco di squadra — spiega l’assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi — al servizio dei cittadini e della comunità regionale, partendo proprio dai territori. Credo quindi che ogni contributo a fare meglio sia ben accetto e siamo pronti ad ascoltare le proposte di chiunque sia mosso dalla volontà di dare una mano a potenziare ulteriormente un sistema sanitario pubblico che rappresenta un’eccellenza in Italia e in Europa».
Ritiene che l’attacco del Pd abbia solo motivazioni politiche o c’è qualcosa che condivide delle critiche e che pensa si possa migliorare nella sanità emiliana?
«Non sono interessato alle dietrologie, a interpretare segnali, credo che la politica sia una cosa seria e bella e che abbia il dovere di ascoltare, provare a risolvere i problemi, ben amministrare la cosa pubblica. E voglio restare ai fatti, dai quali vorrei partire. Proprio due giorni fa, la Cgil nazionale, che ringrazio, ha portato a esempio di modello virtuoso la nostra Regione per il piano col quale ha tagliato le liste d’attesa per visite ed esami, facendo meglio di tutte le altre. Così come sui vaccini, praticamente tutta la comunità scientifica ci è stata a fianco per quella che continuiamo a definire una scelta di civiltà, a tutela della salute pubblica. Così come rivendico il fatto che abbiamo firmato insieme a tutti i sindacati accordi che hanno comportato l’assunzione e la stabilizzazione a tempo indeterminato di cinquemila nuovi professionisti, medici, infermieri e operatori, un risultato anche solo difficile da pensare fino a qualche anno fa. E tutto questo con i conti della sanità regionale in ordine, anche se abbiamo ancora sfide aperte da vincere».
Quali sfide?
«Dobbiamo rendere più accoglienti i Pronto soccorso, e anche qui ridurre i tempi d’attesa: è una sfida che dobbiamo assolutamente vincere. Così come dobbiamo proseguire nel realizzare le Case della salute, per portare i servizi ai cittadini direttamente nei territori. E come ho detto, potenziare gli organici eliminando sempre di più il precariato. Traguardi che qualificheranno ancora di più la nostra sanità e che si raggiungono mettendo in campo uno sforzo di innovazione che, ripeto, non può non essere il frutto di un gioco di squadra. Noi vogliamo coinvolgere tutti coloro che nella sanità della regione lavorano, dando un contributo fondamentale ogni giorno, un confronto e un dialogo che abbiamo sempre curato ma, sia chiaro, che vogliamo rafforzare, a partire da quello coi medici e i professionisti: l’Emilia non può non avere l’ambizione di perseguire i massimi livelli nelle prestazioni e nei servizi».
Sente la fiducia del presidente Bonaccini, cosa le ha detto in queste ore?
«Prima ancora di ogni indicazione, il presidente Bonaccini ha sempre un input per noi assessori: quello di lavorare ventre a terra, cosa che fa lui per primo. Risponderle sì, sento la sua fiducia, vorrebbe dire che si sarebbe posta la questione, cosa mai successa. Credo invece che i risultati raggiunti e la volontà comune di rendere ancora migliore la nostra sanità aumentino, se possibile, la voglia di fare bene. Guardi, la politica non sempre è fatta di retroscena inconfessabili. Nel rapporto col presidente Bonaccini e nel lavoro in giunta c’è positività, la consapevolezza di avere fatto cose importanti e quella di doverne fare molte altre ancora. Ma ripeto, con una grande spinta, aperti alle proposte e alle idee di chi vuole dare una mano e con la voglia di ascoltare le persone, tutte».
Il Pd ha perso molti consensi in queste elezioni, lei è un tecnico, ma qual è la sua analisi del voto?
«Senza dubbio per il Pd e il centrosinistra è un momento particolarmente difficile. I risultati elettorali parlano chiaro e penso che ci siano le possibilità, le capacità e le competenze per un confronto interno che sia da preludio a una ripartenza. Condivido molto quello che ha detto il presidente Bonaccini: si può perdere, l’importante è non perdersi. Giusto, quindi, affrontare i problemi, tirando però fuori l’orgoglio per ciò che di buono qui in Emilia si è fatto».
” Siamo aperti alle proposte e alle idee di chi vuole dare una mano e con la voglia di ascoltare le persone, tutte