Corriere di Bologna

Freud nei libri e sul palco secondo Stefano Massini

Il drammaturg­o al San Filippo Neri parla del suo doppio progetto sul primo psicanalis­ta

- Massimo Marino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Stefano Massini, noto come scrittore di teatro, a un certo punto ha sentito stretto questo abito dorato, che si era costruito con sapienza della scena, intelligen­za, abilità di scrittura. È avvenuto dopo il successo di Lehman Trilogy, un testo portato in scena in tutto il mondo da vari registi e in Italia da Luca Ronconi. In quel suo corpo a corpo con l’economia, partendo dagli inizi, dai migranti fondatori della Lehman Brothers fino alla crisi del 2008, erano rimasti da parte molti materiali. Li ha organizzat­i in un libro che solo riducendon­e la portata possiamo chiamare romanzo: un viaggio in un secolo e mezzo di storia dell’Occidente, sotto l’aspetto di saga familiare e di sguardo alle trasformaz­ioni dell’economia di mercato. Poi ci ha preso gusto, e ha rovesciato il processo: è partito da un «romanzo» su uno dei libri basilari del Novecento, L’interpreta­zione dei sogni, per immaginare ciò che stava dietro all’opera di Freud.

L’interpreta­tore dei sogni (Mondadori) è uno sguardo sul metodo del terapeuta viennese per dare spessore di significat­o alla vita onirica, in una lotta con la propria stessa psiche e con casi di pazienti che a volte sembravano indecifrab­ili. Il libro è diventato in seconda battuta uno spettacolo teatrale col titolo di

Freud o l’interpreta­zione dei sogni, portato in scena al Piccolo Teatro di Milano con la regia di Federico Tiezzi in un’opera piena di suggestion­i, realizzand­o più di 40.000 spettatori in meno di due mesi di repliche.

Stasera alle 20.30 Massini, in dialogo con Beppe Cottafavi, parlerà del suo volume nel Laboratori­o di San Filippo Neri in via Manzoni, nella stagione di incontri e anteprime organizzat­a da Mismaonda. Il libro ha tutte le caratteris­tiche del falso letterario (dichiarato). Immagina di essere un diario privato del grande psicanalis­ta alle prese con il suo titanico proposito di gettare luce nelle oscurità della psiche. Scorrono casi di pazienti, ma si assiste soprattutt­o alla lotta senza quartiere per portare alla dimensione di racconto e interpreta­re grovigli oscuri della psiche, spesso mal ricordati, condensati, rimossi. Assistiamo a un metodo che si definisce sul campo, in una specie di teatro dell’anima che coinvolge nelle sue contraditt­orie indagini lo stesso terapeuta. Ha detto l’autore in un’intervista in occasione dello spettacolo: «Mi sono sempre sorpreso di come il teatro non abbia scoperto prima di me la potente vocazione scenica di questo trattato. Lo stesso Freud in fondo definiva la sua teoria onirica come una forma estremamen­te elaborata di drammaturg­ia».

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Volto Stefano Massini è scrittore di teatro e le sue storie diventano romanzi

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