LE NUOVE LICENZE SIANO VINCOLATE
Lo sciopero dei taxi proclamato per venerdì 6 aprile è sintomo di un malessere che si manifesta in entrambi i lati del mercato: l’offerta (i tassisti) e la domanda (gli utenti o il Comune che è il soggetto elargitore della licenza e regolatore).
Il problema ha lunga data e non solo dalle nostre parti: i Comuni italiani (Bologna è insieme a tutti) hanno concesso licenze nel corso del tempo, le quali, a loro volta, hanno alimentato un mercato privato. Non essendo obbligatoria la restituzione della licenza al termine dell’attività, ogni tassista l’ha rivenduta (anche a caro prezzo) a chi voleva entrare in questa professione. In tal modo si è creato un mercato privato parallelo su di una concessione pubblica: il punto è che l’ente dà la licenza ma non ha alcun potere di controllo sul prezzo al quale viene scambiata.
In gergo tecnico, quando il numero delle «autorizzazioni» viene rigidamente contingentato, la situazione rischia di generare una «bolla speculativa» sulle licenze dei taxi. D’altro lato, immettere troppe licenze sul mercato rischia di abbassare in modo importante il loro prezzo, con conseguenze importanti sulla vita dei tassisti stessi, dal momento che molti autisti si sono indebitati — anche pesantemente — per acquistare l’agognato documento. E allora, come risolvere la questione in modo da non depauperare nessuno, ossia né i tassisti né gli utenti? Le nuove licenze che il sindaco ha annunciato di offrire sul mercato dovrebbero avere un vincolo, precisamente quello di non essere cedibili dal singolo concessionario. Ovvero, al termine della propria attività, il tassista avrà l’obbligo di restituirla al Comune. Adottando una simile regola, si aumenterebbero i «permessi» senza produrre un impatto negativo sul prezzo delle licenze esistenti. Di fatto, si inserirebbe una doppia classe di licenze, delle quali una non è sul mercato privato.
La situazione attuale è il risultato del fatto che il Comune ha esercitato solo parzialmente il proprio ruolo, ossia esclusivamente nella fase di concessione. In tale contesto, inserire elementi di mercato (con una liberalizzazione) rischia di creare tensioni sociali inutili che non possiamo proprio permetterci o, peggio ancora, inserire meccanismi di estrazione del valore delle licenze. È una proposta semplice che permette di mantenere insieme le esigenze di tutti, senza peggiorare la condizione di nessuno. Perché non provare ad attuarla?