Il curioso caso dei «paperoni» che affollano la collina
Nel paese collinare neanche il sindaco si spiega il boom
«Monte San Pietro città del vino», ricorda l’insegna alle porte di questo puzzle di frazioni che messe assieme fanno 11 mila abitanti, strette tra Bologna, la Valsamoggia, Zocca e Sasso Marconi. E forse ha fatto il suo tempo, perché questa oramai è diventata la patria dei paperoni. Più che uno stravolgimento, un vero e proprio mistero che nemmeno due sindaci, quello attuale e il suo predecessore, sono in grado di spiegare. Si scervellano senza venirne a capo. Come cioè sia stato possibile che in un solo anno i ricchi siano diventati all’improvviso ricchissimi. Una domanda che qui tutti si fanno, ma alla fine una risposta non c’è.
«Beati loro», allarga le braccia il sindaco Stefano Rizzoli. Due semplici parole che non spiegano il fenomeno ma fotografano lo stupore che si respira in paese. L’anno scorso 98 residenti hanno dichiarato più di 120 mila euro, tre in meno che nel 2016. Ma è l’ammontare complessivo da vertigini: 48 milioni e 600 mila euro contro i 21 milioni e 757 mila euro di dodici mesi prima. È facile capirne il significato: queste persone avevano un reddito medio di 215 mila mentre ora è schizzato a 496 mila. Più del doppio e in un solo anno. «Nessuno dagli uffici comunali mi ha segnalato un arrivo improvviso di milionari». Rizzoli ci scherza su, ma nei prossimi giorni dovrà indagare. Per ora resta a bocca aperta. «Sono dati sorprendenti. Non ho idea di cosa sia successo». Va da sé che con queste cifre la media totale dei redditi risulti alterata. Ed è infatti aumentata del 12,5% (da 26 mila a 29 mila euro), mentre nei paesi confinanti si viaggia su una crescita di due, massimo tre punti percentuali.
Anche nella fascia medioalta dei contribuenti si muove qualcosa, perché è in crescita il numero di chi dichiara tra i 55 e 75 mila, da 296 a 322 unità. Numeri che mettono in difficoltà anche l’ex sindaco Vladimiro Ferri. «Una cosa così non so davvero come spiegarmela», ammette. Conosce benissimo il territorio, sa cos’è successo da queste parti tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80, quando tanti bolognesi hanno invaso quest’angolo (allora quasi abbandonato) tra le colline bolognesi e quelle modenesi. E Monte San Pietro, senza nemmeno accorgersene, si è ritrovato con il doppio degli abitanti. «Giovani, spesso dirigenti d’azienda, quindi molto ricchi e colti», ricorda Ferri.
Tutto questo è storia, che non racconta però il nuovo boom. Rizzoli ci pensa e ci ripensa, ma niente. «Non abbiamo molte aziende nei dintorni. Questo è un territorio complicato, tra torrenti e colline. L’unica è la Datalogic, ha costruito da poco una nuova sede, ma gli effetti li vedremo l’anno prossimo». Sia per lui che per Ferri l’unica pista possibile porta a un ricambio improvviso di benestanti. Via i ricchi dentro i ricchissimi. Ipotesi azzardata, materia da demografi. «Anche perché — sorride Rizzoli — io tutte queste Ferrari e Lamborghini in giro mica le ho viste...».