Corriere di Bologna

Così il tango annulla le differenze

In una sala del San Donato l’associazio­ne TangoT21 insegna il ballo argentino a un gruppo di ragazzi con sindrome di Down

- Di Daniela Corneo

C’è un posto, in San Donato, dove si insegna il tango argentino alle persone con sindrome di Down. Un progetto innovativo, «ereditato» da Firenze, che si chiama «TangoT21», come trisomia 21.

C’è una sala, in via San Donato, dove le differenze non contano. Contano i piedi buoni, l’orecchio che sente il ritmo, la voglia di imparare e quella di stare insieme senza pregiudizi. È nato con questo spirito il primo corso di tango per persone con sindrome di Down, costola bolognese del progetto fiorentino ideato tre anni fa dal maestro Giovanni Eredia di Pablo Tango Firenze. E adesso, dopo tre anni, Bologna segue il capoluogo toscano con una maestra di tango, Cesira Miceli, che con Eredia ha sempre collaborat­o per portare in pista i ragazzi Down e renderli protagonis­ti delle milonghe. Il progetto si chiama TangoT21, come trisomia 21, ed è partito sotto le Due Torri quasi sotto voce poche settimane fa.

Un piccolo gruppo di ragazzi disabili, il mercoledì sera, calza scarpe comode e, seguito passo passo dalle insegnanti Cesira e Anna Miceli, e dagli allievi più esperti della scuola Sguardi oltreilTan­go (presieduta da Emanuela Noviello), imparano a muoversi in pista. E quando sono sufficient­emente pronti per danzare in coppia, possono poi andare a fare le serate nei locali dove si balla il tango argentino. A Firenze è andata esattament­e così ed è stato un gran successo. «Adesso nelle milonghe fiorentine — spiega Cesira Miceli — quando i ragazzi e le ragazze con sindrome

” La maestra Facciamo tutto da soli, servirebbe un aiuto dall’Asl Insegnare ai disabili è impegnativ­o, ma ripagano con affetto ed entusiasmo

di Down arrivano in pista, vengono invitati subito a danzare dai ballerini di tango. E alcuni hanno imparato a ballare il tango davvero bene. È un gran spettacolo».

A Bologna TangoT21 è appena partito, ma già promette bene. «A promuovere il progetto di tango per persone Down anche qui — spiega Miceli — è stata Silvia Carboni, infermiera di Casalecchi­o di Reno e ballerina di tango della nostra associazio­ne, che conosceva un gruppo di persone con sindrome di Down. La parte più difficile del progetto è stata trovare la sala». E alla fine, dopo lunghe ricerche, i ballerini di tango argentino hanno trovato uno spazio nel complesso di Sant’Egidio in San Donato che già ospita la scuola di danza Flash Dance, a cui TangoT21 versa un affitto.

«Conto di ampliare il progetto — dice Miceli — e se la Asl volesse collaborar­e e darci uno spazio saremmo contenti, perché in questo momento ci stiamo sostenendo interament­e a spese nostre. Le lezioni di tango per i ragazzi Down sono gratuite». Solidariet­à allo stato puro, quindi. E non è escluso che qualcuno, nelle istituzion­i, adocchi il progetto e lo sostenga in qualche modo. Intanto l’associazio­ne di tango di Miceli va avanti da sola. «È impegnativ­o insegnare a persone con sindrome di Down, perché bisogna capire le modalità giuste per farlo. Ma ti ricambiano pienamente con il loro affetto e il loro entusiasmo, oltre a dimostrare di avere margini per un buon apprendime­nto». Ma c’è un altro risvolto positivo: «Le persone normodotat­e invitano sempre questi ragazzi a ballare e i miei allievi storici mi aiutano moltissimo nelle lezioni con i disabili. Si divertono moltissimo». Adesso però servono risorse. Il 20 maggio TangoT21 di Bologna e TangoT21 di Firenze si incontrera­nno sotto le Due Torri per una serata di ballo e di raccolta fondi. «Perché devono saperlo tutti che il tango supera le differenze».

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A lezione In San Donato l’associazio­ne Sguardi OltreilTan­go insegna il tango alle persone Down. A sinistra la maestra di tango Cesira Miceli, vicepresid­ente di TangoT21
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