Così il tango annulla le differenze
In una sala del San Donato l’associazione TangoT21 insegna il ballo argentino a un gruppo di ragazzi con sindrome di Down
C’è un posto, in San Donato, dove si insegna il tango argentino alle persone con sindrome di Down. Un progetto innovativo, «ereditato» da Firenze, che si chiama «TangoT21», come trisomia 21.
C’è una sala, in via San Donato, dove le differenze non contano. Contano i piedi buoni, l’orecchio che sente il ritmo, la voglia di imparare e quella di stare insieme senza pregiudizi. È nato con questo spirito il primo corso di tango per persone con sindrome di Down, costola bolognese del progetto fiorentino ideato tre anni fa dal maestro Giovanni Eredia di Pablo Tango Firenze. E adesso, dopo tre anni, Bologna segue il capoluogo toscano con una maestra di tango, Cesira Miceli, che con Eredia ha sempre collaborato per portare in pista i ragazzi Down e renderli protagonisti delle milonghe. Il progetto si chiama TangoT21, come trisomia 21, ed è partito sotto le Due Torri quasi sotto voce poche settimane fa.
Un piccolo gruppo di ragazzi disabili, il mercoledì sera, calza scarpe comode e, seguito passo passo dalle insegnanti Cesira e Anna Miceli, e dagli allievi più esperti della scuola Sguardi oltreilTango (presieduta da Emanuela Noviello), imparano a muoversi in pista. E quando sono sufficientemente pronti per danzare in coppia, possono poi andare a fare le serate nei locali dove si balla il tango argentino. A Firenze è andata esattamente così ed è stato un gran successo. «Adesso nelle milonghe fiorentine — spiega Cesira Miceli — quando i ragazzi e le ragazze con sindrome
” La maestra Facciamo tutto da soli, servirebbe un aiuto dall’Asl Insegnare ai disabili è impegnativo, ma ripagano con affetto ed entusiasmo
di Down arrivano in pista, vengono invitati subito a danzare dai ballerini di tango. E alcuni hanno imparato a ballare il tango davvero bene. È un gran spettacolo».
A Bologna TangoT21 è appena partito, ma già promette bene. «A promuovere il progetto di tango per persone Down anche qui — spiega Miceli — è stata Silvia Carboni, infermiera di Casalecchio di Reno e ballerina di tango della nostra associazione, che conosceva un gruppo di persone con sindrome di Down. La parte più difficile del progetto è stata trovare la sala». E alla fine, dopo lunghe ricerche, i ballerini di tango argentino hanno trovato uno spazio nel complesso di Sant’Egidio in San Donato che già ospita la scuola di danza Flash Dance, a cui TangoT21 versa un affitto.
«Conto di ampliare il progetto — dice Miceli — e se la Asl volesse collaborare e darci uno spazio saremmo contenti, perché in questo momento ci stiamo sostenendo interamente a spese nostre. Le lezioni di tango per i ragazzi Down sono gratuite». Solidarietà allo stato puro, quindi. E non è escluso che qualcuno, nelle istituzioni, adocchi il progetto e lo sostenga in qualche modo. Intanto l’associazione di tango di Miceli va avanti da sola. «È impegnativo insegnare a persone con sindrome di Down, perché bisogna capire le modalità giuste per farlo. Ma ti ricambiano pienamente con il loro affetto e il loro entusiasmo, oltre a dimostrare di avere margini per un buon apprendimento». Ma c’è un altro risvolto positivo: «Le persone normodotate invitano sempre questi ragazzi a ballare e i miei allievi storici mi aiutano moltissimo nelle lezioni con i disabili. Si divertono moltissimo». Adesso però servono risorse. Il 20 maggio TangoT21 di Bologna e TangoT21 di Firenze si incontreranno sotto le Due Torri per una serata di ballo e di raccolta fondi. «Perché devono saperlo tutti che il tango supera le differenze».