La promessa di Pozzecco: niente asinate
La scalata di Ramagli «Virtus, ritmo e testa A Cremona è dura» Il debutto del Poz «Non farò asinate Per la Effe piangerò»
Senza cadere nel luogo comune «ogni partita è una finale», stasera a Cremona la Virtus affronta il primo di una lunga serie di scontri diretti che la accompagneranno da qui alla fine della regular season. Esclusa Pistoia alla terz’ultima giornata, tutte le altre sono sfide con squadre che orbitano nella sua zona di classifica e quindi cruciali in chiave playoff. A cominciare da quella contro la formazione allenata dal ct Meo Sacchetti (ore 20.45, diretta Eurosport Player e Radio Bologna Uno), che si ritroverà di fronte Ale Gentile e Pietro Aradori, le sue due punte di diamante azzurre in assenza dei giocatori Nba ed Eurolega. «Una partita molto facile da interpretare, ma difficile da giocare», sottolinea Alessandro Ramagli.
Il copione infatti pare essere chiaro, con una Vanoli che soprattutto in casa ama un gioco ad alto voltaggio (94 punti di media nel girone di ritorno) e tanti possessi. Non che alla Segafredo piaccia giocare col freno a mano tirato, però stasera sarà probabilmente opportuno non farsi coinvolgere in un «corri e tira». «Dovremo attaccare con equilibrio, andare a rimbalzo offensivo con equilibrio e rientrare in difesa con equilibrio — spiega Ramagli —. Dovremo fare una partita attenta, cogliere le opportunità per correre perché comunque la nostra è una pallacanestro di ritmo, ma se diventa “run and gun” vincono loro».
All’andata, quando ancora non aveva inserito l’ex bianconero Simone Fontecchio, la Vanoli andò vicina al colpaccio al PalaDozza con Milbourne che sbagliò un clamoroso appoggio sulla sirena. La Virtus veniva da quattro sconfitte consecutive, un ko in quell’occasione avrebbe potuto cambiare la storia della stagione. «Rivedendola dopo tanto tempo, una sconfitta in quella partita avrebbe creato tanti problemi. Vincerla ci ha invece aiutato a risolverli. Non penso sia la gara che ha deciso le sorti della nostra stagione, ma perderla ci avrebbe fatto imboccare un tunnel dal quale sarebbe stato difficile uscire». Mentre la Virtus ha recuperato Filippo Baldi Rossi dal problema al gomito destro, dall’altra parte del «pianerottolo» come lo definisce Ramagli, il suo amico Boniciolli ha fatto un passo indietro: «Credo che Matteo abbia fatto la scelta giusta per risistemarsi dopo aver affrettato il recupero. Al suo posto è arrivato un allenatore amato pronto a dare una spinta alla squadra nella rincorsa all’obiettivo della promozione».
” All’andata potevamo perdere e ci avrebbe creato molti problemi, invece alla fine averla vinta ha aiutato l’ambiente a iniziare a risolverli
” Imparo da Comuzzo, lasciandolo fare perché conosce il gruppo più di me: se vinciamo con Montegranaro è merito suo, sennò è colpa mia
Pozzecco, Pozzecco, non s’è parlato d’altro che di Pozzecco questa settimana — a Bologna e non solo a Bologna — figurarsi su chi si fisseranno, gli occhi di tutti, questa sera al PalaDozza. C’è l’esordio di Pozzecco da allenatore della Fortitudo e si respira l’attesa di una prima particolarissima, biglietti esauriti per un protagonista obbligato, che non sarà uno dei giocatori in campo. Ci sarebbe anche una partita, e contro un’avversaria di ottimo livello, la Montegranaro terza in classifica che all’andata battè la Consultinvest di 18, ma questa è una notte speciale: tredici anni dopo, torna Pozzecco. «Piangerò, mi succede sempre. E lo so che la gente mi guarda e si chiede quale asinata combinerò stavolta. Perché è vero, sono sempre io, però ci sono certe pazzie che non farò più». Niente più camicie bianche da strapparsi platealmente come a Varese («con me servirebbe la camicia di forza, quindi non ne indosserò più, metterò solo la polo del club») e una sfida ben precisa, che non è solo rivitalizzare un’Aquila in striscia di tre sconfitte, ma anche dimostrare che quello svitato del vecchio Poz non esiste più, oggi c’è coach Pozzecco, un po’ fuori dalle righe sì, ma fino a un certo punto. «In tre giorni con la squadra non si può cambiare niente. Ho parlato a lungo con Boniciolli, e ho lasciato guidare Comuzzo, a cui darò moltissimo spazio anche in partita, non solo perché sono appena arrivato ma perché col mio staff ho sempre fatto così. Questa partita se la vinciamo il merito va a lui, se la perdiamo la colpa è mia».
Da quattro giorni in un frullatore di ricordi ed emozioni, Pozzecco dell’avversaria di turno in piazza Azzarita (ore 20.30, diretta Trc) ieri pomeriggio diceva di «non sapere ancora niente, ma mi metterò sotto a studiare tutta la notte e grazie al lavoro dello staff sapremo cosa dire ai giocatori. Poi ci sarà da dire a uno di loro, che ancora non sappiamo chi è, che dovrà stare fuori. Da ex giocatore è una cosa che fa stare malissimo, ma tocca a me farlo». Benché quasi in secondo piano, la sfida all’Extralight Montegranaro degli ex Amoroso e Campogrande è uno snodo chiave per la classifica. Buon quintetto, ottimi americani (Corbett e Powell, ruoli 2 e 5) e un playmaker piccolo ma ruspante, Eugenio Rivali. Molto più dei vari McCamey, Okereafor e dello stesso Fultz, lui sì che vagamente ricorda il giocatore che fu quello che adesso allena la Effe. Anche questo è effetto Poz.