Donadoni fa cento Debutta Santurro
Ancora a caccia della prima vittoria contro una grande, Donadoni cambia la tattica Nel 4-3-3 può esserci spazio per Destro e Dzemaili, i leader dell’anno scorso. Santurro in porta
Cento panchine con il Bologna: oggi contro la Roma Roberto Donadoni taglia questo traguardo — l’ad Fenucci gli ha consegnato una targa a Casteldebole — e spera di regalarsi quel colpaccio contro una big che manca dall’Epifania 2016 con la vittoria sul campo del Milan. Forte di un altro anno di contratto, il tecnico guarda già al futuro: «Non è un traguardo scontato. L’opportunità di sedere sulla panchina del Bologna per me è motivo di grande orgoglio: devo ringraziare prima di tutto il presidente, poi il club, i suoi collaboratori e tutta la città e la tifoseria. Il mio intento è ricambiare con impegno: spero di aggiungere tante altre panchine a queste cento e di dare soddisfazioni ai nostri tifosi».
Magari già oggi contro la Roma, che mercoledì si giocherà l’andata dei quarti di Champions League a Barcellona e che al Dall’Ara è priva degli infortunati Under e Pellegrini. «Li aspetta un grande avversario e il pensiero sicuramente l’avranno — spiega Donadoni — ma da calciatore ho sempre considerato che la partita antecedente a un grande appuntamento avesse un peso specifico importante. Noi dovremo saper cogliere i momenti della partita e soprattutto stare compatti: sarà fondamentale non concedere profondità ai giallorossi, perché hanno giocatori tecnici che se ricevono palla tra le linee e ti puntano diventano difficili da marcare». Davanti potrebbe esserci Schick al posto di Dzeko, mentre in casa Bologna ci sono più dubbi e una sola, vera certezza: in porta farà il suo debutto in A Antonio Santurro. Il 26enne parmense difenderà i pali rossoblù con il Primavera Ravaglia in panchina — per scontare la squalifica Mirante deve restare in lista e a quel punto c’è spazio per uno solo tra Santurro e Da Costa — e Donadoni gli riserva parole al miele: «Santurro è un ragazzo splendido e un portiere affidabile che si è guadagnato questa chance. A livello di professionalità è nella top tre: arriva sempre prima di tutti, è attento a ogni dettaglio. Ne ho conosciuti pochi come lui nella mia carriera, compresa quella di calciatore». Detto da uno che ha giocato con i vari Baresi, Maldini e Ancelotti, vale una laurea.
Sul modulo, il 4-3-3 è favorito sul recente 3-5-2: «Devo ancora valutare un paio di cose tra cui le condizioni di Dzemaili dopo la nazionale. Voglio gente affidabile sul piano fisico perché dovremo fare una partita di grande intensità». Il ballottaggio in avanti è tra Destro e Di Francesco: il primo «è candidato per una maglia» mentre il figlio del tecnico giallorosso, che permetterebbe a Donadoni di variare tra i due moduli con lo stesso undici, «può e deve incidere di più, ma si è anche adattato a un ruolo diverso». Di certo giocherà Verdi, che Donadoni avrebbe voluto vedere in azzurro «almeno mezz’ora» pur rispettando le scelte di Di Biagio.
L’ultimo pensiero è per il collega Emiliano Mondonico, per il quale oggi sarà osservato su tutti i campi con un minuto di silenzio che al Dall’Ara varrà anche per Fabrizio Frizzi, che aveva in Bologna-Roma la sua partita del cuore. «Non ho conosciuto bene Mondonico – racconta Donadoni — l’ho incontrato due anni fa a una premiazione e ho visto una persona molto segnata dalla lotta contro la malattia. Credo che nella sua carriera abbia trasmesso qualcosa di positivo».