PARTITE INFINITE I COSTI LIEVITANO
Ciclicamente si riaprono le discussioni in merito al Passante di mezzo, con diversi oggetti: opportunità, scelte alternative possibili, misure di mitigazione dell’impatto ambientale, trasparenza e completezza delle informazioni, partecipazione della collettività, impatto sulla mobilità, conseguenze sulla salute. Che tutti questi aspetti siano stati considerati, e siano stati oggetto di dibattito, è fisiologico: si tratta degli interessi, in primo luogo collettivi ma anche privati, che devono essere valutati dalla pubblica amministrazione. Quello che non è fisiologico, o non dovrebbe esserlo, sono i tempi necessari per arrivare alla realizzazione dell’opera, con la riapertura periodica del dibattito. Non è solo una questione di tempo, che pure, in una società moderna (smart?), dovrebbe essere rilevante. Il tornare indietro, per mancanze nella fase istruttoria o per la riproposizione di istanze già presentate, ha una conseguenza finanziaria che sembra passare in secondo piano per assuefazione: lo sperpero di denaro pubblico. Se si decidesse di non realizzare il Passante di mezzo si sarebbe sprecato non solo molto tempo, ma anche molto denaro. Anche compiendo nuove valutazioni e apportando ulteriori modifiche, i costi sostenuti sono superiori a quanto effettivamente necessario. Ciò non significa che se la valutazione più corretta dell’interesse pubblico portasse, anche a procedura iniziata, a definire l’opera come inutile, o dannosa, si debba realizzarla comunque perché si è già speso, o perché si perderebbero finanziamenti. Tali aspetti economici appaiono però inspiegabilmente recessivi, come se si trattasse di una variabile indipendente di cui si possa anche non tenere conto. Non si tratta solo di soldi sprecati (già grave di suo), ma di altre opportunità che non si è potuto cogliere: l’interesse pubblico è anche questo.
Ci sono due possibili antidoti. Il primo, a livello legislativo, è di prevedere regole definite, che consentano e impongano un uso corretto della discrezionalità, con tempistiche, anche esecutive, razionali, oltre che certe. Non facile. Il secondo, a livello politico, è di evitare di utilizzare a corrente alternata il discontento di parte della cittadinanza per fini elettorali o postelettorali, identificando pigramente e irresponsabilmente il proprio ruolo di opposizione come mero intralcio, per puro calcolo opportunistico. Ancora meno facile, e non solo a livello locale.