Gentile e Mancio le due guide
Si entra ufficialmente nell’ultima parte di stagione, quella che segnerà sull’almanacco — dopo tante partite e tante chiacchiere — cosa resterà di quest’annata di Virtus e Fortitudo. E mentre l’ex patron Giorgio Seragnoli spara (da capire quanto in alto) su Facebook di volersi ricomprare la Effe — «io e due partner saremo pronti dal 4 aprile ad acquisire il 100% della Fortitudo» — le due squadre devono cominciare a raccogliere anche se gli scenari dell’Aquila sono più incerti (e non per colpa dell’Emiro). Fosse epica, Alessandro Gentile e Stefano Mancinelli sarebbero i due eroi. Ale, pubblicamente insignito anche dal suo allenatore, si sta avvicinando al perfetto equilibrio tra il suo gioco e le esigenze della squadra. Bissare la prestazione vista contro Brindisi in una trasferta così delicata come quella odierna a Cremona sarebbe una conferma pesante capace di lanciare un messaggio chiaro in vista dei playoff. La Virtus sta finalmente raggiungendo il rendimento potenziale accreditatole a inizio stagione: più del «come», (risposta facile: frutto del lavoro), conta esserci. È l’obiettivo anche della Fortitudo, lì a un passo da Trieste e pienamente in grado di lottare per la A con le altre big (Treviso, forse Casale). Mancio rappresenta ancora il giocatore di maggior talento ma pure il trait-d’union tra il gruppo, Pozzecco, l’ambiente. Di castagne dal fuoco ne ha già cavate tante quest’anno, il suo lavoro non è finito. Saper cementare l’energia del nuovo coach con l’esperienza e la qualità della squadra farà la differenza, assieme al livello di energie ancora nel serbatoio della Effe. (d. l.)©