PALUMBO «IO E IL MIO DIABOLIK»
Oggi l’incontro con il disegnatore storico del fumetto in occasione della mostra dedicata al «re del terrore» inventato dalle sorelle Giussani: «Ho disegnato migliaia di pagine, molte ristampe e traduzioni ma ogni volta faccio di tutto per farmi stupire e
È un personaggio che da mezzo secolo incarna più di chiunque altro la cultura pop italiana. Ne è convinto Giuseppe Palumbo, origini lucane ma da anni a Bologna, che dagli anni Duemila ha prestato la sua mano al «re del terrore». In occasione della mostra «Diabolik: Lui e Lei», con le opere di alcuni dei disegnatori di Diabolik più importanti, come lo stesso Palumbo, il parmigiano Matteo Buffagni e il ravennate Stefano Babini, Ono arte contemporanea presenta «Una sera con Palumbo».
Il disegnatore sarà presente oggi dalle 18 nella sede di via Santa Margherita 10 per firmare le copie di suoi fumetti, lavori editoriali e serigrafie, disponibili nel bookshop. E ai primi 20 visitatori che acquisteranno una copia delle serigrafie verrà dato in omaggio uno dei numeri storici di Diabolik disegnati da Palumbo. Inoltre, in occasione del finissage della mostra, composta da 60 opere originali e prodotta in collaborazione con Marco Lucchetti Art Gallery di Lugano e con la casa editrice Astorina, domenica 8 Palumbo sarà di nuovo da Ono per inchiostrare dal vivo una delle serie limitate delle tele realizzate appositamente per Diabolik Lui e Lei. Palumbo, nato a Matera nel 1964, già nel 1986 ha creato Ramarro, il primo supereroe masochista. Dalle riviste come Frigidaire a Martin Mistère e a una serie popolarissima come Diabolik, ai graphicnovel come Escobar prodotto da Dargaud, fino alle sperimentazioni con editori come Comma22 e Lavieri, Palumbo vanta collaborazioni anche con la casa editrice giapponese Kodansha e con la Marvel Italia. Nel 2001 ha ridisegnato il numero uno di Diabolik pubblicato in volume da Astorina con il titolo Diabolik il re del terrore. Il remake. Nel 2004 ha poi realizzato una nuova storia di Diabolik su testi di Sandrone Dazieri e Tito Faraci continuando ad alternare il lavoro sul personaggio creato dalle sorelle Giussani in un cucinotto adibito a redazione a
collaborazioni con altre case editrici. Eppure a Diabolik, che «deve la sua forza alla sua idea originale che è geniale nella sua ferrea, tetragona semplicità», Palumbo ha consacrato 18 anni di lavoro e il maggior numero di tavole che ha prodotto: «Ho disegnato migliaia di pagine, molte ristampe e traduzioni, tante mostre e riconoscimenti. Ma ogni volta devo, voglio, faccio di tutto per farmi stupire e a mia volta stupire, raccontando con segni dinamici e neri densi quella canaglia in calzamaglia, quel cattivo soggetto e quella gran donna di Eva».