Il risiko delle doppie poltrone
Regione, Saliera accelera: i neoparlamentari di FI e FdI lascino. Rischio ricorsi
Non è una questione di soldi perché la legge vieta il doppio stipendio ma è un risiko giuridico e politico. Martedì la presidente dell’assemblea regionale, Simonetta Saliera, avvia l’iter per costringere alla decadenza entro il 10 maggio i tre consiglieri del centrodestra (Aimi, Foti e Bignami) che dopo l’elezione in Parlamento non si sono dimessi da consiglieri regionali. Il caso di Galeazzo Bignami è delicato perché su di lui pende un possibile ricorso di Nunzia De Girolamo, non eletta alle Politiche, e dunque almeno fino a che la questione non sarà definita non farà passi indietro.
Ma in generale la situazione resta molto intricata perché visto che la legislatura che si è aperta rischia di essere molto corta, i consiglieri regionali si giocheranno bene le loro carte prima di dimettersi da viale Aldo Moro. Da martedì hanno dieci giorni di tempo per presentare delle osservazioni, poi si vedrà. La legge regionale è chiara ma con le regole bisogna sempre essere cauti. Al posto di Bignami entrerà il sovranista Michele Facci che non ha intenzione, almeno lui, di fare ricorsi.
Il caso delle mancate dimissioni dei consiglieri regionali del centrodestra, eletti in Parlamento, rischia di trasformarsi in una guerra a carte bollate con la Regione o peggio rischia di annegare in un risiko di ricorsi. Domani scade il termine fissato dalla presidente dell’assemblea regionale Simonetta Saliera per presentare le dimissioni. Nei giorni scorsi si è dimesso il consigliere regionale Andrea Rossi che però ha per ora conservato la carica di sottosegretario della presidenza della Regione. Non si sono dimessi invece i neoparlamentari di Forza Italia, Galeazzo Bignami ed Enrico Aimi e quello di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti. Sgombriamo subito il campo da un elemento: non siamo di fronte al caso del mantenimento della doppia poltrona per ragioni economiche o di interesse perché i due stipendi non sono cumulabili. E dunque paradossalmente fino a che i tre consiglieri regionali uscenti resistono la Regione risparmia perché non li paga più. Il problema è politico e ha tante sfaccettature.
Saliera è intenzionata a far rispettare il regolamento della Regione che fa scattare l’incompatibilità tra i due ruoli dal giorno dell’insediamento delle Camere. Senza perdersi nei meandri del regolamento basti sapere che martedì (domani è festivo) la presidente dell’assemblea Simonetta Saliera farà partire una lettera di richiamo ai tre consiglieri sul tema delle dimissioni e loro avranno dieci giorni per produrre eventuali osservazioni. Con quella lettera Saliera aprirà una procedura che di fatto ha l’obiettivo di arrivare alla decadenza dei tre consiglieri entro il 10 maggio circa. Ma le cose non così semplici. In linea di principio qualcuno
Il procedimento Martedì Saliera fa partire il percorso, dieci giorni di tempo per le osservazioni
potrebbe sostenere che i termini scattano dalla convalida degli eletti in Parlamento, un passaggio giuridico che potrebbe avvenire in qualsiasi momento. E già il consigliere regionale Tommaso Foti in aula aveva detto che «decisioni affrettate» avrebbero potuto essere impugnate.
Ci sono casi specifici. Bignami ad esempio aspetta a rassegnare le dimissioni perché nelle scorse settimane Nunzia De Girolamo ha ventilato un ricorso contro la sua mancata elezione. Non è detto che alla fine lo presenti davvero e questo si capirà alla prima riunione della giunta per le elezioni e comunque entro venti giorni dalla proclamazione degli eletti. E siccome un eventuale ricorso della De Girolamo riguarderebbe indirettamente Bignami, lui vuole vederci chiaro.
Ma più in generale il tema è politico nel senso che il nuovo Parlamento che è stato eletto potrebbe anche essere di brevissima durata se non si riuscisse a formare un governo. E dunque i consiglieri regionali aspettano il più possibile prima di rinunciare al loro ruolo. E dall’altra parte Saliera cerca di fare rispettare le regole. Il sentiero è stretto per tutti perché la Regione si deve anche tutelare da eventuali azioni intentate dai consiglieri che devono entrare e che non possono farlo se gli uscenti non si dimettono. Insomma un ginepraio. «Credo che Saliera giustamente stia preservando il rispetto di leggi e regolamenti — ha detto ieri Bignami — ma se dovessimo capire che invece è animata da una finalità politica tesa ad indebolire le opposizioni in Regione per agevolare il Pd e Bonaccini inevitabilmente da parte nostra ci sarebbe un irrigidimento. Ritengo che la
Saliera bene faccia ad attuare legge e regolamenti, come facciamo bene noi a rispettare e a far rispettare leggi e regolamenti».
Il riferimento che fa Bignami riguarda un altro aspetto politico: lui e Foti potrebbero essere due dei possibili candidati a presidente delle elezioni del prossimo anno e al suo posto in assemblea entrerà invece Michele Facci, vicino alla Lega con il movimento sovranista di Alemanno e Storace. Ma questa è davvero un’altra storia e il risiko delle dimissioni dei consiglieri parlamentari è già intricato così senza pensare al futuro della politica regionale.