Lo spettacolo è solo del Poz Poi la Effe piega Montegranaro
Successo sudato contro Montegranaro nel debutto del nuovo coach, bene Mancinelli e Cinciarini Il club risponde ai messaggi di Seragnoli: proprietà aperta a tutti ma le trattative fuori dai social
La bottiglia di champagne si rompe, il varo della Fortitudo Pozzesca è un successo. Non senza qualche paura, molto sudore, alcune indecisioni, ma alla fine la serata dei mille abbracci al monello che torna dopo tredici anni finisce bene. Vince di 11 la Consultinvest di Pozzecco, ma per un po’ va persino vicino a ribaltare il -18 dell’andata, che peraltro serviva a poco: a tre giornate dalla fine l’unico obiettivo realistico è difendere il secondo posto dal ritorno di Treviso, che gioca domani. Il pericolo era dietro l’angolo, troppe le suggestioni di mezzo, l’attenzione spasmodica sul nuovo allenatore, gli ex importanti in campo e in parterre, il tutto nel giorno in cui la Fondazione Fortitudo è costretta a rispondere ufficialmente alla più bizzarra proposta di acquisizione societaria mai sentita: porte aperte a tutti, Giorgio Seragnoli compreso, ma certi affari non normalmente non si fanno su Facebook. Dopo tutto questo arriva anche la vittoria, ma solo dopo aver lottato per una buona mezzora, per poi distendersi in un quarto periodo di dominio che va oltre le cifre (2619), tanto che alla fine il Poz mette dentro anche i bambini, che non vedevano il campo da mesi. La prima decisione difficile di coach Pozzecco è la scelta di Pini come uomo da tenere fuori, in fondo è la più logica e non viene pagata più di tanto a rimbalzo. Riesce anche a trovare qualcosa di buono da uno dei suoi discussi playmaker, benino l’Okereafor da 11 punti, male invece Fultz e sempre disperso McCamey, 4 minuti invisibili, ma il nuovo allenatore non è ancora attrezzato per i miracoli. Poi trasmette entusiasmo, quello sì, ma quanto durerà l’effetto è impossibile saperlo. È una Fortitudo forse più boniciolliana (l’ex coach salutato dalla Fossa) che pozzecchiana, ma c’era da aspettarselo: difesa fortissima specie sugli esterni, mani addosso senza paura di spender falli, la palla che in attacco arriva quasi sempre fino in fondo anche perché il tiro da tre è tutto l’anno che va e viene, e dal modesto 34% stagionale non ci si scosterà (l’unica bocca da fuoco dalla lunga è sempre Italiano, 3/4), e non è un granché anche il 44% da due. L’attacco con Okereafor gira ordinatamente ma raccoglie poco, vivendo soprattutto dei ricami di Cinciarini, ma i problemi sono altri. Il mare di tiri liberi sprecati (11/22 a fine terzo, 52% alla fine), le palle perse (13) e certi dettagli, tipo la solita foga di Amici, che parte bene ma casca in un paio di boiate, compreso l’antisportivo che rilancia gli ospiti, che nel secondo arrivano a toccare il +8. Per fortuna il Mancio fa saltare il tappo da nove metri sulla sirena di metà corsa, per mandare i suoi negli spogliatoi sopra di 1, Montegranaro ha un ultimo vantaggio a inizio terzo, resta orgogliosamente in scia (Campogrande 16) ma poi crolla sotto il peso di 24 perse, anche questo frutto della durezza della Effe vecchio stampo. Spezzata la striscia, domenica a Roseto, la nuova nave del Poz va.