Isa e Bella, le due bambine nel tratto di Virginia
Alla libreria Modo le tavole originali e il nuovo volume della disegnatrice Mori
Isa e Bella sono talmente inseparabili da formare un’unica bambina, Isabella. Isabella però non vuole diventare adulta, vorrebbe rimanere bambina per sempre. Le due bambine è una fiaba edita da Blu Gallery e Modo Infoshop, scritta dal poeta e performer lucano Domenico Brancale e disegnata dalla trentasettenne Virginia Mori, romagnola d’origine che vive e lavora tra Pesaro e Milano dopo aver studiato animazione e illustrazione all’Istituto d’arte di Urbino.
Gli originali delle tavole del libro sono esposte, sino a fine mese, alla libreria Modo di via Mascarella 24/b, mentre alcuni ingrandimenti sono visibili nell’attiguo spazio bar. La Mori si è fatta conoscere con il corto d’animazione Il gioco del silenzio, premiato in vari festival, che le ha richiesto quasi duemila disegni. E per i lavori realizzati con la Bic nera, anche se oggi per i disegni più complessi preferisce realizzare bozzetti a matita perché spesso non ha il tempo necessario per realizzare il definitivo. «Non sono una vera illustratrice. — ha raccontato — Non ho mai illustrato per libri o riviste e nemmeno sento di far parte completamente del mondo dell’arte contemporanea. Direi più in generale che sono una disegnatrice, quasi in un senso tradizionale del termine, ma con tutte le sfaccettature del caso: la mia ricerca a volte è più rivolta al passato che al futuro, mi piace il recupero della cura manuale e ho una predilezione per i mezzi semplici, il bianco e nero, la penna o la matita, e tendo a eliminare più che aggiungere». La Mori può vantare diverse mostre, libri e collaborazioni, come quella con Virgilio Villoresi con cui ha realizzato a quattro mani il libro animato Vento, edito dalla Withstand. Oltre a essere stata impegnata in progetti come la street poster art organizzata per le vie di Bologna da Cheap e Bilbolbul. «L’immaginario della Mori— ha scritto Giorgia Noto, che ha curato la sua mostra Hotel Miramare due anni fa alla Blu Gallery di via Don Minzoni — è segnato da una vivida e lampante contraddizione che rende i suoi disegni unici e riconoscibili. La leggerezza del tratto e l’eterea espressione del volto delle figure disegnate, scolarette dalle forme negate, stilizzate, bloccate in un’età indefinita e inchiodate nella bidimensionalità, si contrappongono alla durezza dei gesti decisi che compiono o subiscono. Gesti che formicolano i pensieri di azioni maliziose, di piccole ripicche, di paure inconsce o di sentimenti feroci».