Bonaccini blinda la maggioranza Evitato il rimpasto di giunta
Sei ore di conclave tra il presidente e i consiglieri. Gli eletti però rilanciano: «Serve un cambio di passo»
Sei ore di conclave tra il governatore Stefano Bonaccini, metà passate con i soli consiglieri Pd e metà con tutti gli eletti della coalizione. Una riunione fiume dove i consiglieri hanno ribadito che su diversi punti dell’azione amministrativa serve «un cambio di passo». Ma alla fine il presidente ha spento tutti gli appetiti delle forze politiche che chiedevano un rimpasto di giunta e si va avanti senza cambiamenti alla squadra. «Siamo pronti a rimboccarci le maniche e ricominciare a lavorare» ha fatto sapere al termine del vertice il capogruppo Pd in Regione, Stefano Caliandro.
Si discute per sei ore solo di temi senza fare nomi. Segno che la situazione è davvero seria. Sanità, trasporti, agricoltura e ambiente. E poi tanti interventi. Vorrebbero parlare tutti, alla fine prendono la parola 17 consiglieri regionali dem su 27 per spiegare di persona al governatore Stefano Bonaccini che così non va, che bisogna cambiare. Riunione fiume del gruppo democratico, e poi a seguire quella dell’intera maggioranza terminata poco prima di cena. E tutti dopo a convincere e convincersi che è stato solo un incontro di routine. In realtà, è andata in scena la prima resa dei conti ad armi bianche del centrosinistra di viale Aldo Moro.
Un summit interminabile, cominciato dopo pranzo e finito prima di cena (secondo i maligni solo perché era in programma JuventusReal Madrid), il primo dopo la sconfitta del Partito democratico alle elezioni politiche del 4 marzo e la batosta subita anche qui in Emilia-Romagna dove il Movimento 5 Stelle è diventato il primo partito.
Quello di ieri è stato un pomeriggio di autoanalisi e nervi a fior di pelle. Alla fine però Bonaccini può dirsi soddisfatto. Nessun attacco diretto e il rimpasto di giunta, prima richiesto, poi ricacciato, poi ancora adombrato, non più all’ordine del giorno. Almeno per adesso. Anche perché il presidente di viale Aldo Moro nei giorni scorsi ha attivato un canale diretto con tanti consiglieri per capire le ragioni del malessere e rassicurarli sulla necessità di un cambio di passo. Da mettere in campo subito, da qui alle Regionali dell’anno prossimo. Rimpasto quantomeno congelato, quindi, ma questo non vuole certo dire che gli appetiti siano scomparsi. Stanno solo cercando altra soddisfazione. Perché va comunque trovato un sostituto di Adrea Rossi (eletto in parlamento) nel ruolo di sottosegretario della presidenza. E la poltrona, ambita dalla federazione di Reggio Emilia e Modena, ora interessa anche quella di Bologna. Tempo due settimane e ci sarà il ricambio. E in pole, per la delusione degli altri, rimane un esponente dem reggiano.
Le critiche alle politiche di alcuni assessori, quelle invece restano attualissime. Si è cominciato con la sanità e la questione già presa di mira dal Pd bolognese in direzione provinciale alcune settimane fa (tagli, servizi depotenziati, disagi negli ospedali). Si è continuato con i problemi della montagna e i malumori di quei cittadini colpiti dai diversi black out per via del maltempo. Tante voci che sono state raccolte in campagna elettorale dai candidati democratici e riportate tutte all’orecchio del governatore. Per finire, le proteste dei pendolari per i treni in ritardo assieme a quelli degli agricoltori scontenti delle politiche di viale Aldo Moro.
Questi i temi, appunto, e niente nomi, ma solo perché è sembrato a tutti chiaro come in questa fase delicata sparare sulla giunta volesse dire attaccare direttamente Stefano Bonaccini. E se il governatore si è mostrato ben disposto all’ascolto in questi giorni, al contempo ha detto a tutti che sarebbe stato pronto a un passo indietro piuttosto di finire sulla graticola del suo stesso partito. Un messaggio che è arrivato chiaro e tondo a tutti, nessuno escluso. A incontro ultimato i consiglieri dem hanno preferito quindi mostrarsi compatti e lasciare andare avanti il capogruppo Stefano Caliandro. «Ci siamo riuniti come Pd e come maggioranza come facciamo ogni tre mesi», le sue parole. «Due incontri utili per fare il punto della situazione – conclude Caliandro -, capire quali sono le richieste dei cittadini, decidere come rendere ancora più incisiva la nostra azione amministrativa. Siamo pronti a rimboccarci le maniche e ricominciare a lavorare».
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