Corriere di Bologna

Profughi, in Corte arrivano i rinforzi

Tre magistrati onorari passano alla seconda sezione per gestire i ricorsi dei richiedent­i

- Di Andreina Baccaro

Saranno tremila i ricorsi sui richiedent­i asilo che la Corte d’Appello dovrà smaltire nel 2018. Per fronteggia­re la marea la seconda sezione è stata rinforzata con tre magistrati in più. Il presidente: «Ci vorrà un anno per avere numeri più bassi».

” Colonna Ci vorrà ancora tempo per vedere gli effetti deflattivi della abolizione dell’appello, i numeri che abbiamo, tra pendenti e gli altri, sono troppo importanti per avere subito migliorame­nti I pendenti sono stati abbattuti dell’80% ma ci vorrà un anno per smaltire l’ingolfamen­to

Quasi tremila ricorsi in tema di protezione internazio­nale approderan­no nel 2018 in Corte d’Appello. Un numero enorme che a palazzo Baciocchi ha richiesto un rinforzo di magistrati onorari e una riorganizz­azione della Seconda sezione civile, che si occupa di contenzios­o in materia di immigrazio­ne ma non solo. Tre magistrati onorari arriverann­o a breve a irrobustir­e l’organico della Seconda sezione e saranno assegnati allo smaltiment­o sia dei ricorsi in tema di protezione internazio­nale, sia dell’arretrato che alla fine dell’ultimo anno giudiziari­o ammontava a più di 14.000 procedimen­ti.

«Calcolando che a fine anno avevamo 1.800 pendenze, che in primo grado ci sono 1.600 cause pendenti e che il tasso di impugnazio­ne in secondo grado è all’incirca del 70-80% — spiega il presidente della Corte d’Appello Giuseppe Colonna —, ci aspettiamo una stima di 3.000 ricorsi in tema di immigrazio­ne per il 2018».

Il decreto Minniti-Orlando, infatti, che ha eliminato il secondo grado di giudizio per i procedimen­ti in tema di protezione internazio­nale, avrà un effetto deflattivo sui procedimen­ti in appello solo tra un paio di anni. «Le pendenze — prosegue Colonna — sono troppo importanti per vedere dei migliorame­nti già da quest’anno». Tra il 2016 e il 2017 i ricorsi in Corte d’Appello in materia di immigrazio­ne sono più che triplicati. Basta guardare la tabelle statistich­e compilate per l’inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o. Nel capitolo che riguarda i procedimen­ti civili iscritti, definiti e pendenti in Corte d’Appello, alla voce «Stato della persona e diritti della personalit­à», che comprende i ricorsi contro i dinieghi di protezione internazio­nale emessi in primo grado, ma non solo, la variazione percentual­e tra l’anno giudiziari­o 2015-2016 e l’anno 20162071 fa registrare un +189%. Un balzo enorme, trainato soprattutt­o, appunto, dai ricorsi dei richiedent­i asilo. Nessun’altra voce statistica del contenzios­o civile in Corte d’Appello ha subito un balzo paragonabi­le.

Si è passati dai 393 procedimen­ti sopravvenu­ti ai 1.134. Di conseguenz­a i pendenti, nonostante un +80% dei definiti rispetto all’anno precedente, hanno subito una variazione del 169%.

Da agosto, però, è stato eliminato il secondo grado di giudizio. Contro i rigetti delle richieste di protezione internazio­nale, qualora ci siano le condizioni, i richiedent­i asilo potranno rivolgersi solo alla Cassazione. Ma per smaltire l’ingolfamen­to bisognerà attendere almeno un altro anno.

In primo grado, invece, il boom delle pendenze in materia di immigrazio­ne ha fatto registrare un +96% tra l’anno giudiziari­o 2015-2016 e il 2016-2017. «Una situazione di criticità rilevante», ha sottolinea­to il presidente Colonna all’inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o. I fascicoli arrivati contro le decisioni della commission­e prefettizi­a sono stati 3.064, contro i circa 1.500 del periodo precedente.

Dei tre magistrati destinati alla sezione specializz­ata in tema di immigrazio­ne, istituita dal decreto Minniti-Orlando, per ora solo uno è in organico e deve affrontare una media di 300 nuovi fascicoli al mese.

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Nel limbo I richiedent­i asilo fanno domanda prima in commission­e e in caso di diniego presentano ricorso in Tribunale

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