Regolamento sui gadget fascisti, scontro tra Salvini e Merola «Marziani». «Pensi ai rimborsi»
Scontro frontale tra il leader della Lega Matteo Salvini e il sindaco di Bologna, Virginio Merola sul regolamento approvato da Pd e Movimento 5 stelle per limitare la concessione di spazi pubblici a formazioni neofasciste e la vendita di oggetti nostalgici nei mercati. «Mentre il ministro dell’Interno parla del rischio di terrorismo islamico — aveva attaccato nei giorni scorsi Salvini sui social — il Comune di Bologna (sempre a guida Pd) mette fuorilegge gli accendini con la faccia di Mussolini. Certa gente vive su Marte». Non è mancato chi nei commenti ha fatto notare a Salvini l’appoggio dei Cinque Stelle alla proposta Pd, mettendolo in guardia da un possibile accordo per il governo nazionale.
Merola ha replicato ieri, sempre sui social, difendendo la scelta del Comune e invitando il leader della Lega a «preoccuparsi di dove sono finiti i 48 milioni di euro di rimborsi elettorali della Lega, messi sotto sequestro dal giudice e in gran parte non ancora trovati».
Con un altro post sul suo profilo è intervenuto anche il deputato del Pd Andrea De Maria, da sempre in prima fila su questi temi che ha sottolineato le radici antifasciste del comune e il pericolo del ritorno del nazionalismo e dell’intolleranza in Europa. «Salvini — ha detto — se ne dovrà fare una ragione. A Bologna le radici dell’antifascismo sono profonde. Per il sacrificio di sangue che la nostra città, medaglia d’oro al Valor Militare, ha pagato nella Resistenza per conquistare libertà e democrazia per tutti gli Italiani».
Palazzo d’Accursio era intervenuto sul tema già a dicembre. La maggioranza aveva approvato un ordine del giorno che impegnava l’amministrazione a inserire, nei regolamenti per la concessione di spazi pubblici, l’obbligo per chi richiede la licenza di firmare una sorta di «patentino di costituzionalità». Il documento è un’autocertificazione per responsabilizzare il richiedente, che esprime il proprio rispetto dei valori della Carta, della disposizione transitoria contro la ricostituzione di movimenti fascisti, e della legge Mancino, che punisce atti e gesti discriminatori legati al nazifascismo. Sulla base di quell’ordine del giorno, l’assessore Alberto Aitini ha presentato la delibera, poi passata al voto del consiglio, per modificare cinque regolamenti comunali: il Pd e Città Comune insieme alle due forze di opposizione Movimento Cinque stelle e Coalizione civica, l’hanno approvata il 26 marzo. Con le nuove norme non potranno essere concessi né gli spazi pubblici né le sale comunali alle organizzazioni e alle associazioni che si richiamino all’ideologia e ai simboli del fascismo, pena la decadenza della concessione.
Ma a essere interessati sono anche i mercati e le fiere rionali. È ora vietata la vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli fascisti, realizzati «in epoche storiche successive al ventennio fascista», si legge nel testo. Per chi non rispetta il regolamento, è prevista la confisca della merce.
” De Maria «Salvini se ne dovrà fare una ragione, qui le radici antifasciste sono molto profonde»
Il provvedimento
Il Pd chiede anche «un patentino di costituzionalità» per le manifestazioni