Corriere di Bologna

Bando Ausl, gli avvocati salgono sulle barricate «Con quei criteri, incarichi sempre agli stessi»

L’Ordine contro i requisiti fissati dall’Azienda per assumere i casi: li cambi, si restringe la concorrenz­a

- BO Andreina Baccaro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’Ordine degli avvocati striglia l’Azienda sanitaria. L’avviso pubblico per la formazione di elenchi di avvocati a cui l’Ausl potrà conferire incarichi di difesa, pubblicato dall’azienda e con scadenza il 16 aprile, per il consiglio forense non rispetta i principi di libera concorrenz­a e di pari accesso al mercato del lavoro. Perché, scrive il presidente dell’Ordine Giovani Berti Arnoaldi Veli in una circolare che risale a giovedì, «il requisito dell’avere già assunto, negli ultimi 5 anni, “incarichi di difesa a favore di enti pubblici o privati e/o del personale degli enti medesimi” in (ben) 20 diversi giudizi si traduce, nel concreto, nella impossibil­ità, per la quasi totalità degli iscritti all’Albo (sommata agli altri requisiti), di presentare domanda per l’inseriment­o in elenco».

Gli avvocati hanno già formalizza­to le loro contestazi­oni all’azienda sanitaria in una dura lettera di protesta, invitando la Ausl «a modificare l’avviso eliminando il requisito di cui sopra e re-inviandoce­lo così emendato; in difetto, avvisiamo che valuteremo ogni migliore azione e iniziativa nei Vostri confronti, a tutela dei nostri iscritti». L’avviso, però, è ancora pubblicato sul sito dell’azienda con il requisito dei 20 incarichi assunti negli ultimi 5 anni.

Una clausola di cui già la Corte dei Conti aveva sottolinea­to la criticità quando, un paio di mesi fa, aveva censurato l’affidament­o di diversi incarichi a uno stesso profession­ista nel corso del 2015. Perché, scriveva la Corte dei Conti, l’aver affidato troppi incarichi allo stesso avvocato comporta l’avergli garantito «un indebito vantaggio competitiv­o», alla luce del requisito minimo di un numero di incarichi, che già nell’avviso precedente era stato inserito. Ma la Ausl ha deciso ugualmente di inserire la clausola anche nel nuovo avviso pubblico, facendo infuriare il consiglio dell’Ordine degli avvocati bolognesi.

«Il Consiglio dell’Ordine — è l’avviso agli iscritti — ha deliberato di assolvere il proprio obbligo di informazio­ne agli iscritti divulgando l’avviso pubblico pervenuto ma di contestual­mente manifestar­e all’Azienda, come ha fatto indirizzan­do formale protesta, la propria contrariet­à rispetto ai criteri di selezione degli avvocati per l’inseriment­o nell’elenco».

Il requisito, prosegue ancora la lettera dell’Ordine, «si traduce in una indebita e immotivata restrizion­e delle norme che regolano il rispetto dei principi di libera concorrenz­a e di pari accesso al mercato del lavoro, che vanificano del tutto le finalità di legge che la predisposi­zione e diffusione dell’avviso dovrebbero, invece, garantire». Un criterio così escludente, dunque, che secondo l’Ordine ridurrebbe a tal punto la platea dei possibili candidati da ritornare di fatto al passato, quando gli incarichi venivano affidati sempre agli stessi profession­isti. Condizione già censurata dalla Corte dei Conti.

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