Caso Cavallini, oggi si decide sui testimoni
Si capirà tanto durante la seconda udienza del processo a Gilberto Cavallini, questa mattina in Corte d’Assise, sulla sorte del dibattimento. I giudici decideranno quali testi ammettere per la difesa, le parti civili e l’accusa. I legali dell’ex Nar chiedono che sia sentito in aula il terrorista venezuelano Carlos e una serie di altri testi, compreso il senatore Carlo Giovanardi, a sostegno del lodo Moro e delle pista palestinese, alternativi alle verità giudiziarie stabilite in quasi 40 anni di processi. Ma anche le liste di accusa e parti civili si scontreranno con il tempo passato: i medici legali e i chimici che svolsero le analisi sui cadaveri e sui resti dell’esplosivo sono quasi tutti morti e gli unici due sopravvissuti hanno ormai 90 anni. È possibile che oggi pm e avvocati continueranno a darsi battaglia, come hanno fatto per 7 ore alla prima udienza, sull’ammissibilità di alcune prove. Tra tutte i verbali degli interrogatori a personaggi ormai deceduti, come il fondatore di Ordine Nuovo Carlo Digiglio e l’esponente dell’eversione fascista e della criminalità romana Massimo Sparti che per gli avvocati di Cavallini, Gabriele Bordoni e Alessandro Pellegrini, avrebbero dovuto essere riascoltati dopo il 2001, quando Cavallini fu indagato per la prima volta, anche se poi fu archiviato. Si saprà anche quando l’ex Nar comparirà davanti alla Corte e con lui Francesca Mambro, Giusva Fioravanti e Luigi Ciavardini, i tre condannati per la bomba alla stazione.