Licenziati e riassunti (a tempo) Il paradosso di Motori Minarelli
Richiamati in 13, ma a termine. I sindacati: «La realtà supera la fantasia»
Un braccio di ferro durato oltre due mesi, un accordo da 75.000 euro lordi per chi se ne andava, 58 dipendenti licenziati. Ma adesso in 13 rientrano, anche se a tempo. Le vicende della storica Motori Minarelli di Calderara di Reno, che quarant’anni dopo le storiche vittorie di Angel Nieto nel campionato mondiale di motociclismo sta passando una fase travagliata, vivono un nuovo capitolo.
Nelle scorse settimane l’azienda del colosso Yamaha ha richiamato 13 persone, tra le 58 a cui aveva offerto soldi per andarsene, offrendo loro di rientrare alle lavorazioni meccaniche e al montaggio per quattro mesi. L’ha fatto perché sono aumentati gli ordini per un modello di motore, il 300. E ha scelto i suoi ex dipendenti perché, nell’accordo firmato quattro mesi fa al termine di una trattativa durata dodici ore e mezza, era scritto nero su bianco che qualora si fosse trovata davanti a un picco produttivo avrebbe dovuto prima chiamare loro. Non tutti hanno accettato, c’è anche chi nel frattempo ha trovato una nuova occupazione.
Ma tredici persone, sei dal 23 marzo e altre sette da ieri, sono ora nello stabilimento di Calderara, di fianco ai loro ex colleghi, con lo stesso inquadramento che avevano quattro mesi fa. Con i sindacati che vanno all’attacco: «L’aspetto positivo è che significa che lavoro ce n’è, ma dall’altro lato ora questi sono precari», rileva Roberto Bedetti della Fiom. Persone licenziate perché, ricordano le sigle, appena nell’autuno 2017 l’azienda aveva dichiarato che il mercato degli scooter era in crisi. Caustiche Fim e Fiom: «A volte la realtà supera la fantasia». Per Massimo Mazzeo, dei metalmeccanici Cisl, «ci lascia sconcertati il fatto che siano stati fatti errori di valutazione al momento dei licenziamenti». Insomma, che siano state mandate via più persone di quelle necessarie.
Negli anni d’oro in Motori Minarelli lavoravano circa 500 persone. All’inizio di questo decennio erano 357. Quattro tagli consecutivi hanno portato il numero di posti fissi a 201. Durissima Rossella Frattini, della rsu: «È uno scandalo. Si sono liberati di persone che ora possono chiamare come e quando vogliono come stanno facendo. Ma siamo contentissimi che i nostri colleghi siano rientrati, abbiamo avuto la prova che l’azienda aveva sbagliato a fare i conti».
Critica anche la presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Simonetta Saliera, secondo cui serve «una seria riflessione delle norme del mondo del lavoro»