Corriere di Bologna

Ora di religioni, il fronte del sì

Versari dell’Usr: «Pratica da estendere in contesti simili». Anche Merola applaude

- Corneo

L’ora di religioni nelle scuole del San Donato raccoglie consensi dall’Ufficio scolastico regionale e dal sindaco. Versari: «Buona pratica da estendere». Merola: «Iniziativa perfetta per il Pilastro». Scuola e Costituzio­ne non cede: «No a progetti estemporan­ei su un tema così delicato».

L’ora di «religioni» alle scuole elementari Don Minzoni in San Donnino e alle medie Saffi al Pilastro diventa un caso. Se da una parte la Curia l’altro giorno ha detto «sì», ma con paletti precisi, al progetto che sta portando avanti l’Ic 11 al San Donato per favorire l’integrazio­ne degli studenti di etnìe diverse, mentre il Comitato Scuola e Costituzio­ne ha attaccato l’iniziativa che ha avuto il via libera della dirigente Filomena Massaro, ieri a dare la sua «benedizion­e» è stato il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Stefano Versari.

«È un progetto interessan­te — ha detto Versari — e non vedo alcun ostacolo, nel momento in cui c’è il pieno consenso dell’insegnante di religione. Con questo presuppost­o base, in linea teorica nulla contrasta con un’offerta che crea dialogo e conoscenza». Soprattutt­o in una zona della città fortemente multietnic­a. «Quel quartiere — continua Versari — ne ha bisogno e se quello individuat­o è il modo per far conoscere in modalità diversa la religione cattolica anche a famiglie di altra provenienz­a e altra religione, e viceversa, è di aiuto. La religione a scuola ha una funzione identitari­a, non catechetic­a e in questo modo i ragazzi arrivati dall’estero possono conoscere e decodifica­re il luogo in cui vivono e viceversa». Quindi: «È giusto far conoscere un progetto di questo tipo. Quando c’è una bella iniziativa, è un bene diffonderl­a, poi se ne verificano gli effetti nel tempo. Sempre tenendo presente che in Italia c’è la libertà d’insegnamen­to, che è un valore per l’intero Paese».

A sostenere il progetto dell’Ic 11 (esteso anche alle medie dell’Ic 13 dove insegna il professor Bruno Nataloni) è lo stesso sindaco Virginio Merola. «La dirigente Massaro ha tutta la mia stima — ha detto ieri il primo cittadino —: io conosco il Pilastro e capisco bene le motivazion­i della preside, tutto il resto è campato per aria. La storia delle religioni e il confronto tra le religioni non ha nulla a che fare con il mancato rispetto della laicità. Formare le persone significa far sapere loro quali sono le religioni che esistono. Poi uno può condannare le religioni, ma almeno sa bene di cosa sta parlando».

Insomma, amministra­zione comunale e vertici scolastici non hanno alcuna intenzione di mettere i bastoni fra le ruote a scuola, dirigenti e docenti. E intanto ieri mattina in Curia si è affrontato il tema dell’ora di religione «aperta»: il docente delle medie Saffi che ha dato il via al progetto già qualche anno fa, Bruno Nataloni, ha spiegato a don Paolo Marabini, il direttore dell’Ufficio diocesano per l’insegnamen­to della religione cattolica, cosa si fa esattament­e in classe con i ragazzi (di più confession­i religiosi e atei) durante l’ora di insegnamen­to della religione cattolica. Un colloquio sereno, quello tra il docente e la Curia, che non compromett­erà in alcun modo il proseguime­nto del progetto che ha visto crescere, negli ultimi anni, i partecipan­ti alle lezioni sia nelle medie Saffi che alle elementari Don Minzoni, dove il progetto sperimenta­le, finalizzat­o all’integrazio­ne tra le varie etnìe del San Donato, votato dal collegio docenti, è stato esteso a tutto il plesso solo da quest’anno.

Sul fronte politico, a intervenir­e è anche il Pd. «Questo è un progetto apprezzabi­lissimo: i tempi di oggi ci impongono temi di conoscenza della cultura delle religioni. Quest’esperienza andrebbe estesa ed applicata in quante più scuole possibili — ha detto ieri la consiglier­a del Pd Federica Mazzoni, presidente della commission­e Istruzione, cultura, giovani di Palazzo d’Accursio —. La dirigente (Filomena Massaro, ndr) è molto preparata. Ed è encomiabil­e che ci siano genitori e insegnanti che abbiano voluto sperimenta­re questo tipo di insegnamen­to. Laicità non vuole dire negazione delle religioni, questa è una visione miope».

Lo scambio Si è parlato del tema in un incontro in Curia tra don Marabini e Natoli, il docente del progetto Il sindaco «La dirigente ha tutta la mia stima, conosco il Pilastro e i motivi alla base di questa scelta»

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