«BENE IL DIALOGO, MA NON COSÌ»
«Il confronto con le culture e le religioni diverse da quella cattolica esiste già, nell’ora di religione, insegnamento che parte dalle nostre radici e le nostre radici sono cattoliche», fa notare la preside del liceo Malpighi, Elena Ugolini.
Elena Ugolini, sottosegretaria all’Istruzione nel governo Monti e preside del liceo Malpighi, che idea si è fatta del progetto d’inclusione delle scuole Saffi e Don Minzoni e del polverone che si è alzato?
«Partirei dal fatto che l’insegnamento della religione nella scuola italiana esiste per il Concordato. Per metterla in discussione bisognerebbe rivedere il Concordato. Il discorso è più ampio rispetto a quello che può fare una città, una scuola o un’associazione»
Qual è il suo pensiero in merito?
«L’insegnamento della religione ha lo scopo di mettere al corrente gli studenti della tradizione ebraico-cristiana che ha fatto la storia del nostro Paese, è un insegnamento che ha un valore di tipo culturale e parte dalle nostre radici. E le nostre radici sono cattoliche. Molti bambini che fanno religione a scuola non hanno nemmeno fatto i sacramenti, ma provengono da famiglie che ritengono utile l’ora di religione per una crescita del proprio figlio. Una crescita in primis culturale».
Un insegnamento aperto alle altre religioni non può aggiungere cultura a cultura?
«In realtà nell’ora di religione il confronto con altre religioni e culture esiste già. È sempre presente. Si aprono finestre continue sugli altri e sul loro mondo. Però è anche vero che noi non siamo un Paese a tradizione protestante, né animista né induista. E comunque, secondo me, ci creiamo più problemi di quelli che ci sono».
Quindi come si pone di fronte a questo progetto pilota?
«Il mio giudizio è negativo. Va benissimo quello che già c’è. Chi non desidera per suo figlio l’ora di religione ha la possibilità di offrirgli l’ora di alternativa. Piuttosto il problema è un altro».
Quale?
«Dovremmo interrogarci sulla qualità della proposta che viene fatta nelle suddette ore. Cosa e come insegna chi insegna? Perché un professore di religione può, partendo dalla storia di San Francesco, aprire i ragazzi al mondo intero, come un professore di alternativa parlando di Gandhi annoiare a morte la sua classe. La differenza oggi la fanno gli insegnanti. Che proposta viene fatta ai nostri figli? Come viene svegliato il loro senso critico? ».