Uccise Marialaura con l’auto: 5 anni
La tragedia un anno fa sulla tangenziale. Alla famiglia 1,2 milioni dall’assicurazione
Cinque anni in abbreviato a Mattia Sammartino, il 23enne che il 14 aprile di un anno fa travolse e uccise guidando ubriaco la sua auto in tangenziale la 29enne Marialaura Dibenedetto. Ieri, la sentenza. «Nessuna pena può alleviare il dolore», dicono i familiari della ragazza, che hanno ricevuto 1,2 milioni di risarcimento dall’assicurazione. «Ogni giorno pensiamo alla sofferenza di quella famiglia, ma Mattia non è un delinquente», dice la madre del ragazzo.
Hanno preferito non entrare al momento della lettura della sentenza. Abbracciati tra di loro sono rimasti fuori dall’aula del tribunale i genitori e i fratelli di Marialaura Dibenedetto, la 29enne travolta e uccisa in tangenziale la sera del 14 aprile di un anno fa. Lì hanno atteso che gli venisse comunicata la decisione del giudice su Mattia Sammartino, il 23enne di Marzabotto, che quella sera a bordo della propria Ford Sierra travolse la giovane siciliana, che da anni viveva e lavorava a Bologna. Il ragazzo è stato condannato a cinque anni per omicidio stradale e omissione di soccorso.
«Non c’è pena che possa colmare un dolore così grande», ha detto commossa Marta, la sorella della vittima. «Ho perso una figlia e il dolore non passerà mai», dice con un filo di voce Francesca, la mamma di Marialaura. A pochi metri, un’altra madre: «Siamo dispiaciuti, non so che parole usare per il rammarico che abbiamo — ha detto Fosca, la mamma di Mattia —. Sicuramente la famiglia di Marialaura sta peggio e non passa giorno in cui non pensiamo a questo. Mattia non è un delinquente. Ero preparata alla pena perché lo sbaglio è stato davvero grande».
Due famiglie distrutte, quelle che si sono ritrovate ieri mattina in tribunale a pochi metri di distanza. Durante la prima udienza le due madri si erano parlate civilmente, ieri non ce l’hanno fatta. A decidere la pena il gup Franco Raffa, per la Procura c’era il pm Michele Martorelli che aveva chiesto una pena di 5 anni e 8 mesi. La famiglia della ragazza è stata risarcita dall’assicurazione con un milione e 200 mila euro.
«È una pena appropriata perché, concesse le attenuanti generiche e tenendo conto del fatto che si è trattato di un rito abbreviato, la pena da cui è partito il giudice è stata molto alta: i fatti sono stati di estrema gravità», hanno commentato i legali della famiglia Dibenedetto, Francesco Villardita e Salvatore Di Benedetto. «Richiesta piuttosto severa da parte del pm», commenta il legale dell’imputato, l’avvocato Cesare Ammendola, che sta «valutando la possibilità di fare appello». Il procuratore aggiunto Valter Giovannini ha sottolineato: «Questa sentenza dimostra, con i fatti, che lo Stato è presente e può, speriamo, essere un deterrente per evitare future tragedie». Il 23enne intanto resta ai domiciliari. Non riavrà la patente prima di quindici anni, e la sua auto è stata confiscata. Dagli esiti delle diverse perizie era emerso che quella sera Mattia guidava ubriaco, sotto l’effetto di cannabis e la sua auto, una Ford Sierra, era stata truccata e non poteva avere l’omologazione. Il suo tasso alcolemico era cinque volte superiore al limite di legge. Dopo l’incidente aveva abbandonato l’auto ed era andato a piedi verso l’uscita della tangenziale per poi chiamare i carabinieri. In un primo momento aveva raccontato di essere stato derubato dell’auto.
” La madre della vittima Ho perso una figlia e il dolore non passerà mai, non c’è pena che possa colmare una sofferenza così grande
” La madre del ragazzo La famiglia di Marialaura sta certo peggio di noi: non c’è giorno in cui non pensiamo a questo