Unipolsai e Hera le regine della Borsa
In attesa delle assemblee, cresce la quota di utile distribuita dalle quotate delle Due Torri agli azionisti
Una cedola da 880 milioni di euro, quasi 130 in più rispetto al 2017. Gli azionisti delle quotate di Piazza Affari si preparano a incassare i dividendi e chi ha in portafoglio titoli di Spa delle Due Torri può, nella maggior parte dei casi, festeggiare. A partire da Palazzo d’Accursio, che ha visto crescere i proventi in arrivo da Hera e dall’Aeroporto. Il cda di viale Berti Pichat ha proposto all’assemblea un dividendo da 9,5 centesimi ad azione, in tutto 141,5 milioni. Per il Comune significa un’entrata da 13,8 milioni. Ieri, intanto, Hera ha annunciato di aver finalizzato la cessione di Medea Spa a Italgas, per 24,1 milioni. Agli azionisti del Marconi vanno invece 14,1 milioni, di cui 6,5 ai soci pubblici: la quota più grossa è della Camera di commercio (5,3 milioni), seguita da Comune e Città metropolitana che se ne spartiranno circa 880.000.
La distribuzione più ingente arriva però da Unipolsai: il colosso assicurativo di via Stalingrado pagherà 14,5 centesimi ad azione, in totale circa 410 milioni, oltre 56 in più dello scorso anno. Mentre resta stabile Unipol, che distribuisce 18 centesimi per ciascuna azione (in totale 129 milioni di euro).
Igd Siiq, la società immobiliare delle coop con sede legale a Ravenna ma sede operativa a Bologna, si prepara a distribuire 49,3 milioni di euro, quasi 13 in più dei dividenti 2017. Datalogic ha portato la remunerazione delle azioni da 0,3 a 0,5 euro: in tutto la multinazionale di Lippo di Calderara distribuisce ai suoi azionisti 29,3 milioni, contro i 17,5 milioni dello scorso anno. Quasi un terzo (il 64,65%, circa 19 milioni) va alla Hydra Spa, la holding con cui la famiglia Volta controlla la società dei codici a barre. Valsoia paga invece 3,5 milioni, 33 centesimi ad azione.
Il 2017 è stato l’anno dello sbarco su Piazza Affari di Gima TT: il consiglio di amministrazione dello spin off di Ima ha proposto un pagamento ai suoi azionisti di quasi 37 milioni, 42 centesimi ad azione. Numeri più alti per la capogruppo Ima: il board della multinazionale del packaging di Ozzano ha deciso di ritoccare verso l’alto il dividendo ad azione, portandolo da 1,6 a 1,7 euro. Significa un pagamento degli azionisti che arriva a 66,7 milioni, quasi quattro in più di quelli erogati nel 2017. Beghelli quest’anno non distribuisce nulla (l’anno scorso aveva pagato 4 centesimi ad azione), così come Bio On, Monrif, Poligrafici Editoriale e Ynap.
Allargando lo sguardo al resto della regione il dividendo di Bper sale da 6 a 11 centesimi, quello di Technogym da 6,5 a 9, quello di Ferrari da 46 a 63,5, mentre Unieuro lo mantiene a un euro.