Quando Zenga salvò i rossoblù nell’anno del Centenario
Quando Walter Zenga e il Catania «salvarono» la festa del Centenario del Bologna. È il 31 maggio del 2009, è l’ultima partita, al Dall’Ara il Bologna di Giuseppe Papadopulo deve battere il Catania per restare in serie A. Vincere o morire, non ci sono vie di mezzo. Il Catania non ha più niente da chiedere al campionato, la speranza del popolo rossoblù è che abbia addosso poche motivazioni. E così è. Attenzione, gli uomini di Zenga non regalano niente ai rossoblù, ma si vede lontano un miglio che la loro voglia di correre e soprattutto di rincorrere è quella da titoli di coda. Passa in vantaggio il Bologna con Mingazzini, poi raddoppia Terzi, successivamente arriva il sussulto del Catania con il giapponese Morimoto, ma Bologna non deve soffrire più di tanto perché i giochi li chiuderà Marco Di Vaio. Tre a uno per il Bologna e la città può finalmente godere, il bene prezioso della serie A resta sotto le Due Torri, il Centenario può essere fatto con il sorriso disegnato sul volto. In una domenica felice l’unica nota stonata è Di Vaio che non ce la fa a vincere la classifica dei cannonieri, ma poi in fondo l’attuale dirigente rossoblù era stato chiaro nel corso della settimana, «non baratterei mai la salvezza della squadra con una mia vittoria». Anche lo stesso Zenga alla fine della partita arriva in sala stampa con la serenità stampata sulla faccia, «nel calcio vince chi ha più stimoli e motivazioni e inevitabilmente oggi il Bologna ne aveva più di noi del Catania», la sua assicurazione. Non andò oltre, ma avemmo la sensazione che gli sarebbe quasi dispiaciuto rovinare la festa del Bologna e del suo popolo. Ma c’è un altro quando... che per certi versi unisce Zenga al Bologna. Questo: quando quella notte allo stadio Marassi di Genova Claudio Fenucci non volle sedere accanto al presidente Joe Tacopina e quella scena fu televista in diretta sia in Italia che all’estero (compreso il Canada, da dove Joey Saputo seguiva la partita) l’attuale allenatore del Crotone sedeva sulla panchina della Sampdoria. Era il 14 settembre del 2015, una notte amara in tutti i sensi per la squadra rossoblù. Che fece una buona partita ma che alla fine perse 2-0, gol di Eder e di Soriano.