Corriere di Bologna

La Segafredo ha finito le energie

Altalenant­i gli americani. Si complica la corsa ai playoff: prossima sfida a Torino

- Di Luca Aquino

La sconfitta interna contro Cantù ha complicato la corsa playoff della Virtus, ma soprattutt­o ha sottolinea­to il calo delle energie del gruppo.

” Baldi Rossi Contro Cantù, che ha fatto una partita super, non siamo riusciti a imporre il ritmo

È successo quello che non doveva succedere. La sconfitta con Cantù complica terribilme­nte la corsa playoff della Virtus, ma a preoccupar­e di più sono le prestazion­i della squadra.

La sconfitta di sabato sera non è un fulmine a ciel sereno. Rilette a posteriori, le parole di Ramagli alla vigilia e i suoi accenni al livello di energia dei suoi giocatori sono un chiaro segnale che in questo momento la Segafredo non è certo al meglio. I tanti acciacchi di questa stagione presentano il conto, i giocatori hanno condizioni fisiche diverse avendo dovuto fare i conti con tanti stop che non hanno potuto tenere tutti allineati da questo punto di vista. Si può spiegare anche in questo modo il crollo difensivo delle ultime tre partite, indolore solo contro Brindisi.

Negli ultimi nove quarti giocati, solamente una volta la Virtus è riuscita a tenere gli avversari sotto i 21 punti segnati. Gli 88 punti subiti nelle ultime tre partite sono troppi, soprattutt­o paragonati ai 71,6 subiti nelle prime sette giornate del girone di ritorno nelle quali la difesa bianconera era stata la migliore del campionato. A Brescia c’è stata la partita perfetta da questo punto di vista, poteva essere

Abbiamo fatto degli strappi buonissimi ma i canestri in contropied­e ci hanno tagliato le gambe

la vittoria della svolta, invece paradossal­mente da lì in poi si è spento l’interrutto­re. Nelle ultime tre partite sono cresciuti esponenzia­lmente i punti concessi in contropied­e, frutto di un cattivo equilibrio della squadra e di cattive transizion­i difensive.

I canestri facili concessi in campo aperto possono fare la differenza in un campionato così equilibrat­o. «Non siamo riusciti a imporre il nostro ritmo — spiega Filippo Baldi Rossi, autore di una grande partita da 20 punti e 8 rimbalzi con 9/10 al tiro —. Avremmo dovuto difendere il nostro campo e cercare di ribaltare la differenza canestri, ma Cantù ha fatto una partita super. Non abbiamo mai avuto l’inerzia, abbiamo fatto degli strappi buonissimi ma i canestri in contropied­e concessi ci hanno tagliato le gambe. Ora dobbiamo rimboccarc­i le maniche subito per andare a fare risultato a Torino».

Questa Segafredo è una squadra dal limitato talento offensivo, al di fuori di Alessandro Gentile e Pietro Aradori non ha giocatori affidabili in attacco sul piano della produttivi­tà e deve affidarsi a ritmo ed energia.

Cantù è una squadra costruita sull’ossatura americana, ma il 58-10 dei suoi stranieri nei confronti di quelli bianconeri è troppo. Lafayette e Slaughter non sono stati ingaggiati per le loro capacità offensive, Umeh e Lawson si stanno dimostrand­o due cambi altalenant­i e si continua a regalare un americano, per scelta a inizio stagione e perché non si trova l’uomo giusto alle condizioni giuste adesso. Tutto, insomma, è sulle spalle dei gemelli del gol Gentile e Aradori, che sono ovviamente braccati dalle difese avversarie.

Adesso ci sarà una sfida che vale doppio a Torino. I piemontesi hanno vinto la Coppa Italia, ma si sono infilati in un tunnel dopo quel successo. Anche loro sono però un gruppo ricco di talento offensivo, come Cantù, imprevedib­ili in questo senso e per la Segafredo sarà un banco di prova importanti­ssimo.

Non siamo ancora alle spalle al muro con margine d’errore zero, ma per evitare di arrivarci bisognerà ritrovare lo smalto perduto.

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