Corriere di Bologna

L’ex vicesindac­o ora tutor «Integrarli è decisivo»

L’ex assessore Scaramuzzi­no ha da poco lasciato la magistratu­ra e ora sta facendo il corso: «Tutti possiamo fare la nostra parte»

- Da. Cor. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Tutti possiamo fare la nostra parte». Parla l’ex vicesindac­o che ha intrapreso il percorso da volontaria.

” Anche io, come tutti credo, mi sono resa conto della presenza di questi ragazzi e mi sono chiesta: chi si prende cura di loro?

Lì in mezzo, tra chi sta facendo il corso per tutore volontario di bambini e ragazzini stranieri soli, c’è anche lei, una vita interament­e dedicata, seppure da diverse posizioni, ai minori. E adesso che ha lasciato la magistratu­ra ed è andata in pensione, Adriana Scaramuzzi­no, che ha anche offerto il suo aiuto volontario all’ufficio della garante dei minori, ha scelto di continuare ad occuparsi di ragazzini in difficoltà. Ripartendo dal basso, allo stesso livello di tutti i volontari che si stanno formando adesso a Bologna. Ex assessore ai Servizi sociali della giunta Cofferati, ruolo a cui si dedicò mettendo temporanea­mente in stand-by il suo lavoro da giudice tutelare, Scaramuzzi­no, 66 anni, nel gennaio del 2009 lasciò la poltrona forse più scomoda di Palazzo d’Accursio ancora prima che si fosse concluso il mandato del sindaco «sceriffo». Lei, donna dell’accoglienz­a, lui, il sindaco degli sgomberi: un rapporto complicato sfociato nell’addio di Scaramuzzi­no alla giunta per andare in Corte d’appello a Firenze. Nel dicembre del 2017 è arrivata la pensione.

Scaramuzzi­no, tempo qualche mese dalla pensione e si è già rimessa in gioco per occuparsi, non a caso, di minori. Il motivo della sua scelta?

«Sono andata in pensione il 30 dicembre scorso e ho deciso di offrirmi come tutore di minori soli perché anch’io, come tutti immagino, mi sono resa conto della presenza di questi ragazzi in giro per la città. Mi sono chiesta: ma chi se ne prende cura di questi ragazzi? Quali opportunit­à hanno davvero di conoscere la nostra realtà?».

E quali opportunit­à può trarre, invece, il territorio da questi ragazzi?

«Se si riflette su quanti pochi giovani ci sono in questo Paese che invecchia sempre di più, si arriva anche a pensare al potenziale di energie ancora inespresse rappresent­ato da questi minori soli sul nostro

Hanno un grande potenziale di energie ma se questo potenziale non viene incanalato il rischio è che sia compromess­o

Sto facendo il corso senza presunzion­e anche perché gli adolescent­i di cui mi sono occupata sono diversi da quelli arrivati qui con i barconi

territorio. Il rischio, se questo potenziale non viene bene incanalato, è che venga compromess­o. Se non si fa qualcosa, il processo di integrazio­ne non viene solo ritardato, ma anche fortemente danneggiat­o. Tutti possiamo fare la nostra parte, soprattutt­o nel passaggio più critico, per questi ragazzini, dalla minore alla maggiore età. E poi non possiamo pensare di delegare ogni cosa al pubblico: persone con competenze, conoscenze, disponibil­ità, adesso possono essere di grande aiuto».

Lei, esperta di normative e di minori, che segue un corso di formazione insieme agli altri cittadini. Come sta vivendo questa esperienza, Scaramuzzi­no?

«Sto facendo il corso esattament­e come tutti gli altri. Sto partendo dal basso con umiltà senza la presunzion­e di sapere tutto. Anche perché gli adolescent­i con cui ho avuto a che fare per lavoro quando ero in magistratu­ra sono diversi da quelli arrivati qui con un barcone e senza nessuno. Ma proprio per la storia diversa che questi ragazzi hanno rispetto ai nostri adolescent­i, è necessario garantire loro un supporto. Una volta andata in pensione, proprio perché la legge Zampa incentiva una spinta personale da parte dei singoli cittadini, mi sono detta che, visto che ero libera da altri impegni, tenere compagnia a un ragazzo solo nelle lunghe file negli uffici, male non mi avrebbe fatto».

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