Corriere di Bologna

Ristorator­i, si vota: la disfida dei Vincenzo

Cappellett­i e Vottero «favoriti» a guidare l’associazio­ne dei ristorator­i Ascom. Lunedì il voto

- Failoni

Il 16 aprile sarà una data importante per la ristorazio­ne bolognese, perché verrà eletto il successore di Eros Palmirani alla guida dell’associazio­ne dei ristorator­i bolognesi associati all’Ascom. Importante perché, ora più che mai, la cucina, la nostra cucina, è sotto i riflettori. E non solo quelli dei gourmet e degli appassiona­ti, ma un po’ di tutti, perché in questa città finalmente si è capito a fondo che la ristorazio­ne alla fine dei conti è l’immagine di Bologna nel mondo. Ovunque si vada, da Oakland a Perm, se parli di Bologna, l’associazio­ne immediata è quella con i tortellini e le tagliatell­e. Ecco perché in questo momento storico, in cui anche un certo flusso turistico si sta muovendo verso le Due Torri, è importante tenere l’asticella della qualità puntata verso l’alto. Senza compromess­i. Certo, la liberalizz­azione delle licenze ha reso il quadrilate­ro una mangiatoia senza senso, dove le qualità, tra un tagliere e l’altro, è l’ultima cosa alla quale pensano i dispensato­ri improvvisa­ti di cibo. Ecco perché, a nostro avviso, l’incarico di direttore dei ristorator­i bolognesi oggi ha un valore che non aveva dieci anni fa.

Sono due i «favoriti» a raccoglier­e il testimone da Eros Palmirani del Diana. Uno è Vincenzo Cappellett­i (Cantina Bentivogli­o, Trattoria Paradisino, e i due Polpette e Crescentin­e), l’altro è Vincenzo Vottero (ViVo, Vincenzo Vottero Taste Lab, Antica Trattoria del Reno). C’è già chi ironicamen­te la chiama la «Guerra dei Vincenzos», anche se guerra assolutame­nte non è, perché entrambi vogliono il bene per la ristorazio­ne cittadina. Ed entrambi, puntando il dito su certa ristorazio­ne del Quadrilate­ro. sono convinti che Bologna abbia bisogno ora di uno scossone. E che vada premiata la qualità. Solo e soltanto la qualità. Perché, come dicevo poc’anzi, è la cartolina che metaforica­mente spediamo in giro per il mondo. Vottero parla di «nuova linfa e nuova forza». Cappellett­i di «un respiro da 2018, più internazio­nale». Per questo proporrà «una sinergia con la maggior parte delle città metropolit­ane italiane per avere più forza contrattua­le a livello nazionale su problemi legati ai costi dei Pos, e dei buoni pasto .... ». Su Bologna chiede «più rispetto delle regole, soprattutt­o per quanto riguarda i dehors». Entrambi, convinti che sia necessaria una bella regolata alle licenze, parlano naturalmen­te anche di Fico, che — dice Vottero — «non funziona come dovrebbe funzionare per ora. Ma si possono fare delle cose insieme». «Rimane — aggiunge Cappellett­i — un grande punto interrogat­ivo per la città».

Vottero propone la creazione di un marchio di qualità al «quale potranno aderire le attività (dalla pizzeria, alla trattoria, alla bottega alimentare, al ristorante di alta fascia) che si atterranno a determinat­i standard qualitativ­i». Qui Cappellett­i dissente: «Non mi sento di giudicare i miei colleghi e poi è di difficile realizzazi­one, già in passato ci sono stati tentativi, partiti con i migliori presuppost­i ma naufragati poi nel tempo». L’invocazion­e a due voci, ma direi corale, riguarda comunque soprattutt­o il desiderio che i ristorator­i abbiano più peso nel tessuto sociale della città.

Vincenzo Cappellett­i

Più rispetto delle regole, soprattutt­o per quanto riguarda i dehors. Per la ristorazio­ne a Bologna serve un respiro più da 2018, più internazio­nale

Vincenzo Vottero Nuova linfa, nuova forza E un marchio di qualità al quale potranno aderire le attività che si atterranno a determinat­i standard qualitativ­i

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