Turni dei taxi, piano anti-furbi
Palazzo d’Accursio La mossa dopo le lunghe file e le proteste durante il Cosmoprof. Tavolo con i sindacati Il Comune studia una app per controllare gli orari degli autisti delle auto bianche
Una app da utilizzare per la gestione dei turni dei taxi di Bologna. Sembra solo una innovazione tecnologica ma il progetto presentato dall’amministrazione ai sindacati dei tassisti ha un obiettivo molto più ambizioso: è un tentativo per provare a controllare che i tassisti restino effettivamente in servizio per tutto il turno che dura 12 ore.
Il sospetto è infatti che, soprattutto nei giorni a rischio caos, come il venerdì nero di marzo del Cosmoprof, i tassisti non restino in servizio per tutto il turno: oggi il cartellino è di fatto un’autocertificazione manuale su un foglio.
Il tema della carenza di taxi in città è tornato con forza d’attualità il 16 marzo scorso, un ordinario venerdì nero di Cosmoprof, dove era praticamente impossibile trovare un taxi per turisti e cittadini. Il Comune ha avviato da tempo una trattativa con le organizzazioni sindacali dei taxisti che ha introdotto diverse novità, dalle 36 nuove licenze (ma questa è una storia che va avanti da un po’) al potenziamento di alcuni turni notturni e sostanzialmente si è arrivati ad un accordo ed è stato scongiurato lo sciopero dei tassisti. Ma uno dei punti essenziali della riforma è finora rimasto coperto perché è un tema delicato. Non è un argomento di cui si può parlare in incontri ufficiali con le categorie sindacali anche perché rischierebbe di essere un’accusa non dimostrabile e per capire di cosa stiamo parlando bisogna fare un passo indietro. Diciamo che nelle file dell’amministrazione c’è il legittimo sospetto che soprattutto nei giorni di caos dei trasporti, non tutti i tassisti restino in servizio fino all’ultimo momento previsto dal turno che in teoria dura 12 ore. Un po’ perché culturalmente e formalmente i taxisti, pur dovendo sottostare a regole su turni e orari decisi, sono dei lavoratori autonomi e un po’ perché non ci sono di fatto controlli.
Detto ancora più chiaramente: oggi il tassista deve firmare un foglio con le sua giornata lavorativa che viene controfirmato dal Comune ma è sostanzialmente un’autocertificazione. Facciamo un esempio in via teorica: se dopo cinque ore di lavoro in condizioni da incubo nel giorno del Cosmoprof un tassista decide che ha guadagnato abbastanza e che per quel giorno vuole smettere, il Comune non ha nessuno strumento di controllo.
L’amministrazione ha trovato la via per raggiungere il suo vero obiettivo e cioè un maggiore controllo sui turni dei taxi: la digitalizzazione di quello che, per semplificare, è il cartellino dei tassisti.
Mirko Bergonzoni della Uil Trasporti dice che il passaggio dalla carta ad un sistema telematico consentirà naturalmente di risparmiare e che se poi ci saranno altre finalità da parte dell’amministrazione allora si vedrà. Franco Sarti, del sindacato Unica Taxi invece tira fuori la massima andreottiana che a pensar male si fa peccato ma a volte ci si prende. «Vedremo — spiega Sarti— ma è chiaro che forse qualcuno ha questo retropensiero sul controllo dei turni e vuole istituzione una qualche forma di controllo. D’altra parte già nel Ddl Calenda si prevedeva la possibilità di un controllo dei taxi attraverso il sistema Gps, andiamo in quella direzione anche se nessuno finora l’ha introdotto».
L’amministrazione comunale in particolare sta lavorando ad un’applicazione vera e propria che i tassisti dovranno usare per segnare i turni giornalieri e che in qualche modo consentirà al Comune un più efficace controllo dei turni. Già oggi i tassisti hanno una certa flessibilità in entrata e possono decidere a che ora iniziare il turno alla mattina o al pomeriggio anche se poi devono andare avanti, in teoria, per dodici ore complessive. Ci vorrà ancora del tempo per le verifiche tecniche della nuova applicazione ma è questo per il Comune il vero obiettivo da raggiungere per la riforma del servizio dei taxi. Si dirà che si vuole aumentare la capacità di analisi, capire meglio se l’organizzazione dà i risultati sperati. Ma l’obiettivo vero è che i taxisti siano in qualche modo controllabili.