CHILDREN OF THE LIGHT
San Lazzaro Domani alla sala Paradiso l’ensemble composto da Danilo Pérez (pianoforte), John Patitucci (contrabbasso) e Brian Blade (batteria), tra i più ammirati virtuosi del jazz moderno. Insieme sono stati la sezione ritmica del quartetto di Wayne Shor
Un trio all stars nel cuore del jazz. Domani alle 22 saliranno sul palco del Paradiso Jazz (Sala Paradiso di San Lazzaro) i Children of the Light, ovvero tra una formazione che comprende tre dei più ammirati virtuosi del jazz moderno: Danilo Pérez (pianoforte), John Patitucci (contrabbasso) e Brian Blade (batteria). Biglietti: intero euro 20, ridotto 15 (riservato agli studenti).
Con il concerto il cartellone 2018 del festival itinerante Crossroads, organizzato da Jazz Network e dall’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, congiunge per la prima volta le forze con quello di Paradiso Jazz. Una collaborazione che proseguirà poi il 27 aprile col grande live di Cory Henry & The Funk Apostles che si vedrà all’Estragon. Intanto, ecco i Childern of the Light. Danilo Pérez, John Patitucci e Brian Blade si trovarono assieme per la prima volta nel 2000 in occasione della registrazione del disco Motherland di Pérez. Poco dopo arrivò la chiamata che saldò indelebilmente le loro storie: un dizionario del jazz li definirebbe infatti semplicemente come la sezione ritmica di una delle band più straordinarie di questo primo scorcio del terzo millennio: il quartetto di Wayne Shorter. Oltre a fare parte di questa straordinaria formazione che ha segnato e ampliato i confini percettivi del jazz contemporaneo, i tre musicisti hanno continuato a coltivare le loro singole carriere come leader. Ma è solo da pochi anni che si presentano come Children of the Light, un vero e proprio trio paritetico, sul quale aleggia l’enorme eredità shorteriana.
Da questo nuovo gruppo scaturisce una musica dal notevole potere immaginifico, che ricombina e rinnova i ruoli e gli schemi del trio con pianoforte, spazzando via spavaldamente ogni elemento di routine e prevedibilità dal linguaggio jazzistico.