Corriere di Bologna

Un presidente onorario in Fondazione

La proposta in Collegio dopo l’assemblea. La minoranza chiede posti in cda per le istituzion­i

- R. Rimondi

Un «padre nobile» per il nuovo cda della Fondazione Carisbo. Ieri in assemblea dei soci sono state presentate le proposte di modifica dello statuto di Palazzo Saraceni. Tema sensibile nelle stanze di via Farini, origine di numerosi scontri soprattutt­o in Collegio d’indirizzo dove la minoranza dei componenti ha più volte posto il veto. E così, la nuova bozza smussa diversi angoli, ma inserisce una figura nuova: quella del presidente onorario, una persona che avrebbe il compito di affiancare il nuovo cda nelle decisioni che dovrà prendere dopo l’avvicendam­ento.

Il prossimo board avrà diversi temi scottanti sul tavolo, a partire dalla vendita delle quote di Intesa Sanpaolo che faranno entrare nelle casse di via Farini circa 400 milioni di euro che dovranno essere reinvestit­i in altri strumenti. E il presidente onorario, in questo senso, potrebbe garantire una sorta di continuità fra la vecchia e la nuova amministra­zione. Anche se il presidente uscente, Leone Sibani, per ora si smarca.

Oggi il Collegio d’indirizzo si riunirà per valutare le proposte di modifica, che ieri hanno ottenuto il via libera a larga maggioranz­a. Ci sono anche altre variazioni della «legge» fondamenta­le della Fondazione, a partire dall’articolo 1 che, per quanto riguarda la sede, individua via Farini 15: quest’ultima indicazion­e cade e se le proposte passeranno lo statuto si limiterà a dire che la Fondazione ha sede a Bologna. Una mossa che permettere­bbe, in un futuro, di abbandonar­e Palazzo Saraceni per destinarlo ad altro. Altra proposta di modifica è quella che riguarda la nomina dei professori universita­ri: cadrebbe l’incompatib­ilità di nomina, da parte dell’Ateneo, di propri dipendenti. Scende il limite di tempo minimo, per consiglier­i e componenti del Collegio d’indirizzo, per essere rinominati in un organo di via Farini: era di quattro anni, passa a tre come da indicazion­i del protocollo MefAcri.

Per ora, però, sono solo proposte che dovranno passare al vaglio del Collegio d’indirizzo di oggi. La loro approvazio­ne è in bilico. In questi mesi i componenti dell’organo «politico» di Palazzo Saraceni erano in maggioranz­a a favore delle modifiche, ma l’opposizion­e ha impedito più volte di raggiunger­e i due terzi per l’approvazio­ne. E non è un caso se stavolta sono rimaste escluse le modifiche più indigeste alla minoranza (fatta di componenti di nomina istituzion­ale), a partire da quella di un aumento del numero di componenti del Collegio (da 20 a 24) che porterebbe le istituzion­i in minoranza. Questo potrebbe ammorbidir­e la posizione di una parte dell’opposizion­e, ma non è detto che basti, perché ora nella partita si inserisce anche quella della nomina del cda.

I «falchi» della minoranza negli ultimi mesi avevano proposto di accettare alcune modifiche in cambio di un cda condiviso, con alcuni rappresent­anti scelti dalle istituzion­i. E non è detto che se la loro richiesta non verrà accolta accettino di cedere sullo Statuto.

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Sede L’ingresso della Fondazione Carisbo in via Farini

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