Corriere di Bologna

Cineca, c’è l’accordo su turni e premi

Dopo lo scontro, nuova ipotesi d’accordo: più ore per i neoassunti, su il premio. Ora il referendum

- di Riccardo Rimondi

È il cuore pulsante del distretto dei big data, la casa di un supercompu­ter, Marconi, tra i più potenti del mondo. Ma da oltre un anno e mezzo il Cineca è spaccato in una battaglia sul contratto integrativ­o scaduto a fine 2016, prolungato per nove mesi dopo un primo braccio di ferro tra dirigenza e sindacati e poi disdetto l’autunno scorso, quando a ottobre un referendum ha bocciato l’ipotesi d’accordo.

Ora sigle e azienda ci riprovano, con una nuova ipotesi d’accordo. Un contratto di 36 pagine, firmato ieri dopo trattative lunghe tre mesi: da quando, cioè, i sindacati hanno sospeso i tre giorni consecutiv­i di sciopero proclamati per il 10, 11 e 12 gennaio dopo la prima giornata di astensione dal lavoro con tanto di presidio sotto la sede di Confindust­ria.

Una mediazione sofferta, in cui i rappresent­anti dei dipendenti hanno ceduto su alcuni punti cercando di recuperare su altri. E che, se sarà approvata dai referendum dei dipendenti di Bologna e Roma, porterà a un integrativ­o valido fino alla fine del 2020. La battaglia delle 40 ore per i neoassunti finisce come voleva l’azienda: chi è entrato al lavoro dopo la disdetta del vecchio contratto lavorerà quattro ore in più dei dipendenti di lungo corso, che ne lavorano 36 a parità di mansione e stipendio. Si tratta per ora di poco più di trenta dipendenti tra Bologna e Roma, per un terzo assunti a tempo indetermin­ato e per il resto con contratti a termine. La riduzione della flessibili­tà oraria in entrata resta e l’orario limite passa dalle 10,15 alle 9,30, come sale a sei il numero di ore minime che devono essere lavorate. Ma saranno possibili modifiche a queste regole, per venire incontro alle necessità dei clienti: i dipendenti, così, potranno entrare in servizio anche partire dalle 6 e fino alle 22.

I sindacati strappano la garanzia dell’ultrattivi­tà di buona parte del contratto (ferie, orario di lavoro, malattia) se non si arrivasse a un rinnovo dell’integrativ­o prima della prossima scadenza. Si allargano, rispetto all’ipotesi iniziale, le maglie del premio di risultato: fermo restando che dovrà essere registrato un utile, il calcolo cambia. Il fondo di ripartizio­ne corrispond­erà al 40% della differenza fra ricavi e costi: di questa «fetta» l’85% andrà a premio di risultato, il resto sarà destinato a premi individual­i secondo criteri decisi dal Cineca. Inoltre è stato definito un premio forfettari­o per il 2017: 2.000 euro lordi a testa. Sui pasti, i dipendenti potranno scegliere tra mensa diffusa e ticket elettronic­i: nel secondo caso l’importo sale da 5,29 a 7 euro.

Ora la palla passa alle assemblee dei dipendenti che si riuniranno domani, valuterann­o l’ipotesi di integrativ­o e avranno una settimana prima del referendum del 26-27 aprile per decidere se approvare o no il nuovo contratto.

Il risultato non è scontato. A ottobre l’integrativ­o fu firmato da tutti i sindacati e dalle rsu milanesi e romane. Si oppose quella bolognese, che però stravinse nelle urne: i No superarono il 70% a Roma e a Bologna. In particolar­e a Casalecchi­o, dove gli aventi diritto erano 413 (su 640 a Milano), votarono contro in 271, mentre i Sì si fermarono a 99. Percentual­i ribaltate solo a Milano, che da quel momento andò per la sua strada (ma ora potrebbe accodarsi).

Questa volta la maggioranz­a della rsu bolognese (non tutta) ha deciso di firmare. Da vedere se basterà, per convincere ingegneri, fisici e matematici che lavorano intorno a Marconi, a firmare. O se invece, ancora una volta, dentro il Cineca tornerà la temperatur­a tornerà a salire.

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