«La mia cucina non era in linea Ora arriveranno gli arrosticini»
Il presidente di Eataly: «Nessun fallimento, ma servono prezzi più popolari»
Del suo addio a Fico, Enrico Bartolini dice così: «La nostra proposta forse non era allineata alle aspettative del pubblico. Ora arriveranno gli arrosticini: sembra che i bolognesi ne vadano matti».
«Chi fa le cose è abituato agli attacchi. È abituato a essere criticato. Poi ci sono critiche giuste, che vanno ascoltate, e critiche strumentali, che è meglio ignorare». Oscar Farinetti, patron di Eataly, è avvezzo a fare buon viso alla sorte. Buona o cattiva che sia, in fondo, lo decide lui. «L’addio a Fico dello chef Enrico Bartolini? Non è un problema, anzi».
La chiusura del ristorante di uno chef pluristellato, a cinque mesi dall’apertura, sembra un fulmine a ciel sereno per un luogo ancora in rodaggio come Eatalyworld.
«No, assolutamente. È una cosa positiva. Noi avevamo la necessità di creare un nuovo spazio dedicato alle regioni italiane. Lì apriremo un ristorante dove ogni due mesi cambia la regione di riferimento, inizieremo dalla Sicilia con uno chef bravissimo (Peppe Barone, ndr). C’era questo spazio di Bartolini, dove non lavorava molto, abbiamo pensato insieme a questa opportunità. Con Enrico siamo amici».
Amicizia a parte, qualcosa non ha funzionato.
«Enrico Bartolini è bravissimo, forse bisognava aspettare molti anni prima di fare arrivare un ristorante come Cinque da Fico. Ora lì si avvicenderanno cuochi molto importanti da tutte le regioni italiane, ma a un prezzo più popolare (il menu degustazione di Cinque costava 90 euro, ndr)».
L’impressione è che la filosofia dietro Fico vada ripensata. Non avrete mica puntato troppo in alto portando degli stellati al Caab?
«Non è un fallimento, stiamo solo interpretando meglio la nostra filosofia, che è quella di parlare a tutti della biodiversità italiana. La scelta con Bartolini è stata concordata e ci permette di aprire questo nuovo ristorante regionale».
Non teme un danno di immagine se un nome come Bartolini abbandona la nave a cinque mesi dal varo?
«Assolutamente no. Lo ripeto, noi avevamo necessità di inserire un nuovo ristorante. Magari Cinque avrebbe funzionato da Fico, ma ci voleva tempo. E poi nella vita si cambia».
Ammettiamolo però Farinetti, le critiche attorno alla sua creatura sono state ininterrotte fin dall’inizio. Il M5S negli ultimi giorni ha attaccato il contratto «verbale» per le pubblicità sui Ficobus. E oggi il movimento ha un peso decisamente maggiore rispetto a qualche mese fa...
«Non ho seguito la questione in prima persona ma le risposte sono già arrivate. Di certo le critiche colpiscono chi fa le cose, non chi non le fa. È da tutta la vita che, fortunatamente, mi confronto con le critiche».
Con il sindaco Virginio Merola vi siete chiariti sull’opportunità o meno di modificare il percorso delle navette?
«Ma no, non c’era bisogno di chiarimenti. Merola gode della mia stima e spero che sia completamente ricambiata».
Tra poco più di sei mesi chiuderete il primo anno di Fico. Come andrà?
«Per il primo anno ci siamo dati l’obiettivo di 4 milioni di visitatori e 50 di fatturato. I numeri sono buoni, contiamo di raggiungerlo. Martedì ero lì, c’erano duemila ragazzi e quaranta pullman da tutta Italia. Sabato e domenica è sempre strapieno, forse meno durante il resto della settimana. Ma appena chiuderanno le scuole con il bel tempo ci saranno anche più visitatori, noi siamo assolutamente contenti».
” Le polemiche del M5S? Chi fa le cose è abituato agli attacchi, è da tutta la vita che mi criticano
” Non c’è bisogno di chiarimenti con Merola sulle navette, lo stimo e spero sia reciproco