«Lavanderia Dozza» Detenuti al lavoro
Anche oggi, con un po’ di fantasia, guardando il mondo dall’oblò delle quattro lavatrici istallate nell’ala maschile della Dozza, si riesce a intravedere un futuro diverso per chi è costretto tra le mura grigie e invalicabili del carcere bolognese. I cestelli non girano ancora, cominceranno tra poco meno di un mese quando tutto nella nuova lavanderia industriale sarà pronto per «Lavo&Lavoro», progetto che garantirà ai detenuti una remunerazione e una prospettiva di impiego futuro. La nuova lavanderia, nata nella sezione maschile del carcere e dalle ceneri della precedente, utilizzerà detergenti biologici, avrà un depuratore per riciclare il 60% dell’acqua e sarà attrezzata con asciugatrici, ferri da stiro, tre lavatrici a barriera sanitaria e una per rilavaggi: potrà nettare fino a 10 quintali di panni sporchi al giorno. Quando andrà a regime vi saranno impiegati 6 detenuti, con un part-time di 35 ore per una retribuzione intorno ai 900 euro al mese. Contratto a tempo determinato, per la gioia di tutti. Non verranno impiegati ergastolani, infatti, ma persone da formare (quindi con una pena certa e non breve) che però potranno, una volta lasciatisi i cancelli della Dozza alle spalle, utilizzare la nuova professionalità nel mondo dei liberi. «Sei possono sembrare pochi, ma se aiutiamo anche solo una persona a cambiare vita per noi è un traguardo importantissimo» fa presente la direttrice della casa circondariale Claudia Clementi. «Quello stipendio li aiuterà a saldare il debito con lo Stato e a sostenere le famiglie a casa», spiega Nicola Sandri, presidente della Quattro Castelli, la cooperativa che ha proposto «Lavo&Lavoro» ed è già impegnata nell’inserimento al lavoro di soggetti svantaggiati. «Se uno esce dal carcere ed è bravo, potremmo assumerlo anche noi», aggiunge. L’azienda Servizi Ospedalieri, titolare del contratto per il lavaggio della biancheria di Asp Città di Bologna (456 posti letto tra case di riposo e residenza), ha deciso di avvalersi della collaborazione della cooperativa per la pulizia degli indumenti degli anziani quindi del lavoro dei carcerati scelti. La biancheria di Asp non rimarrà l’unica a venire
A regime, impiegherà 6 detenuti con un part-time di 35 ore per 900 euro al mese
lavata e stirata dai detenuti della Dozza. «Ci auguriamo che altri soggetti raccolgano questa sfida», fa sapere Sandri. L’investimento complessivo del progetto è stato di 450 mila euro, coperto da un finanziamento di 35 mila euro da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna a cui va aggiunto un prestito a tasso agevolato di 300 mila euro da parte di Banca Etica (il resto è stato coperto dalla cooperativa). «Lavo&Lavoro» è il terzo progetto imprenditoriale nato nella sezione maschile, dopo «Fid» e «Liberiamo i sapori». Oggi i detenuti che lavorano alla Dozza sono circa 250 su 800.