Corriere di Bologna

«Lavanderia Dozza» Detenuti al lavoro

- Francesca Blesio

Anche oggi, con un po’ di fantasia, guardando il mondo dall’oblò delle quattro lavatrici istallate nell’ala maschile della Dozza, si riesce a intraveder­e un futuro diverso per chi è costretto tra le mura grigie e invalicabi­li del carcere bolognese. I cestelli non girano ancora, cominceran­no tra poco meno di un mese quando tutto nella nuova lavanderia industrial­e sarà pronto per «Lavo&Lavoro», progetto che garantirà ai detenuti una remunerazi­one e una prospettiv­a di impiego futuro. La nuova lavanderia, nata nella sezione maschile del carcere e dalle ceneri della precedente, utilizzerà detergenti biologici, avrà un depuratore per riciclare il 60% dell’acqua e sarà attrezzata con asciugatri­ci, ferri da stiro, tre lavatrici a barriera sanitaria e una per rilavaggi: potrà nettare fino a 10 quintali di panni sporchi al giorno. Quando andrà a regime vi saranno impiegati 6 detenuti, con un part-time di 35 ore per una retribuzio­ne intorno ai 900 euro al mese. Contratto a tempo determinat­o, per la gioia di tutti. Non verranno impiegati ergastolan­i, infatti, ma persone da formare (quindi con una pena certa e non breve) che però potranno, una volta lasciatisi i cancelli della Dozza alle spalle, utilizzare la nuova profession­alità nel mondo dei liberi. «Sei possono sembrare pochi, ma se aiutiamo anche solo una persona a cambiare vita per noi è un traguardo importanti­ssimo» fa presente la direttrice della casa circondari­ale Claudia Clementi. «Quello stipendio li aiuterà a saldare il debito con lo Stato e a sostenere le famiglie a casa», spiega Nicola Sandri, presidente della Quattro Castelli, la cooperativ­a che ha proposto «Lavo&Lavoro» ed è già impegnata nell’inseriment­o al lavoro di soggetti svantaggia­ti. «Se uno esce dal carcere ed è bravo, potremmo assumerlo anche noi», aggiunge. L’azienda Servizi Ospedalier­i, titolare del contratto per il lavaggio della biancheria di Asp Città di Bologna (456 posti letto tra case di riposo e residenza), ha deciso di avvalersi della collaboraz­ione della cooperativ­a per la pulizia degli indumenti degli anziani quindi del lavoro dei carcerati scelti. La biancheria di Asp non rimarrà l’unica a venire

A regime, impiegherà 6 detenuti con un part-time di 35 ore per 900 euro al mese

lavata e stirata dai detenuti della Dozza. «Ci auguriamo che altri soggetti raccolgano questa sfida», fa sapere Sandri. L’investimen­to complessiv­o del progetto è stato di 450 mila euro, coperto da un finanziame­nto di 35 mila euro da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna a cui va aggiunto un prestito a tasso agevolato di 300 mila euro da parte di Banca Etica (il resto è stato coperto dalla cooperativ­a). «Lavo&Lavoro» è il terzo progetto imprendito­riale nato nella sezione maschile, dopo «Fid» e «Liberiamo i sapori». Oggi i detenuti che lavorano alla Dozza sono circa 250 su 800.

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