Corriere di Bologna

Alex al museo «Per raccontarl­o ai ragazzi»

Dallo scientific­o all’Archeologi­co

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Alex Maccaferri è all’ultimo anno del liceo scientific­o Leonardo Da Vinci di Casalecchi­o di Reno. Sta finendo ora il suo progetto di alternanza scuolalavo­ro che l’ha visto, con altri compagni di classe, mettere piede quasi da addetto ai lavori nel Museo archeologi­co di Bologna. «Stiamo lavorando — spiega lo studente prossimo all’esame di Maturità — a un progetto di didascalie partecipat­e: ci è stato chiesto di scegliere, all’interno di una mostra allestita nel museo,un oggetto che ci piaceva e di leggere bene la didascalia che lo raccontava. Quindi ci hanno chiesto di studiare una nuova didascalia che contenesse degli spunti personali, in modo da avvicinare e rendere interessan­te l’oggetto scelto alle persone della nostra età». Quindi: i contenuti del museo rivisti con gli occhi di chi, abitualmen­te, i musei non li frequenta o li fruisce solo in modo passivo.

Alex la sua didascalia l’ha

Bilanci La cosa più bella è pensare di poter dare qualcosa di nostro alla città. Abbiamo visto le opere con occhi diversi rispetto al solito

fatta in forma di filastrocc­a su due gemme appartenen­te alla collezione di Aldrovandi. Ma c’è chi si è inventato un altro modo ancora, in base alla propria sensibilit­à e alle proprie passioni. Quando tutte le nuove didascalie partecipat­e saranno pronte, i compagni faranno da ciceroni alla loro classe per raccontare gli oggetti del museo da un punto di vista contempora­neo.

«La cosa più bella di questa esperienza di alternanza scuola-lavoro — racconta lo studente — è pensare di poter dare qualcosa di nostro a un museo cittadino. Abbiamo visto il museo con occhi diversi rispetto al solito e doverlo raccontare con spunti personali ci ha fatto avvicinare a un mondo in genere lontano». Ma non solo: i ragazzi sono diventati, inconsapev­olmente, «consulenti» del museo: «Abbiamo dato al personale dell’archeologi­co — racconta Alex — degli spunti per migliorare alcune cose. Se i ragazzi della nostra età riescono a trovare un aspetto nuovo su oggetti tanto antichi, allora si può anche pensare di fare entrare i giovani in un’ottica diversa rispetto al museo. Le nuove didascalie partecipat­e probabilme­nte possono in qualche modo svecchiare il museo».

Quindi non è escluso che, dopo le esperienze di alternanza scuola-lavoro all’interno dei musei comunali e del percorso museale di Genus Bononiae, dove gli studenti hanno fatto da mediatori culturali per i loro compagni di classe, i ragazzi si avvicinino maggiormen­te alle collezioni d’arte della città e diventino nuovi potenziali fruitori, oltre che promotori del patrimonio artistico tra i coetanei. «E poi, chissà, un giorno potrebbe diventare anche un lavoro».

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