Terrorismo, stop del prefetto
Dopo l’appello di Regione e sindaci per modificare le norme stringenti della circolare Gabrielli Piantedosi: «La sicurezza viene prima di tutto. Ma incontrerò gli amministratori»
Mano tesa e dialogo ma nessuna deroga sulla sicurezza per l’organizzazione di grandi e piccoli eventi. Il prefetto Matteo Piantedosi risponde così alle criticità sollevate dai sindaci, finite poi condensate nella risoluzione approvata in Regione, che chiede di «allentare» o modificare i paletti del Viminale. «Li incontrerò e li aiuteremo, ma la sicurezza resta la priorità», dice il prefetto. A soffrire, per una questione di risorse, sono soprattutto i piccoli Comuni, ma Piantedosi mette in guardia: «I micro eventi non sono meno rischiosi di quelli più grandi, come hanno dimostrato gli attentati in Germania e Francia».
La Prefettura riceverà i sindaci, ma non ci sarà nessun passo indietro sulle misure previste: «Veniamo visti come oppressori o burocrati, poi quando succede il patatràc tutti a dire cosa si poteva e doveva fare».
” C’è il tema delle risorse dei piccoli Comuni, ma i micro eventi sono tra i più a rischio
«Con i sindaci il dialogo resta costante, li ho incontrati e li incontrerò ancora. Per l’organizzazione dei grandi eventi, come delle piccole manifestazioni, faremo in modo che il rapporto non sia così squilibrato da scoraggiare chi organizza, ma il tema della sicurezza resta primario e inderogabile e non va vissuto come una pedanteria burocratica o una forma di oppressione». Il prefetto Matteo Piantedosi stoppa la richiesta dei sindaci, confluita recentemente in una risoluzione della Regione, di modificare o allentare le previsioni contenute nella circolare Gabrielli per la gestione e l’organizzazione degli eventi.
Prefetto, molti sindaci hanno segnalato difficoltà nel rispettare le prescrizioni spesso stringenti decise dai tecnici. Cosa risponde?
«Credo si tratti di un tema più di risorse che di ragionevolezza delle previsioni, una difficoltà segnalata in particolare dai piccoli Comuni, ma non solo. Molti ritengono alcune misure non proporzionate per eventi spesso di piccole dimensioni. Purtroppo però quanto accaduto in Germania e Spagna ha dimostrato che i micro eventi sono forse più a rischio di quelli più strutturati. Non è la dimensione dell’evento il discrimine».
C’è anche un tema di posizioni giuridiche e responsabilità, come sottolineato dal capo della polizia Franco Gabrielli in una lettera al Corriere nella quale invitava a considerare la circolare per quello che è: la definizione di un quadro normativo. Insomma, non volete restare con il cerino in mano.
«Una materia complessa come la safety e la security va maneggiata con cautela. C’è uno sforzo previsionale a monte che deve tenere conto di tante variabili, ma il problema non nasce con la circolare Gabrielli e con i tragici fatti di Torino. C’è una sequenza storica. Facciamo un mestiere ingrato da questo punto di vista. Se imponiamo delle regole veniamo visti come oppressori poi però quando succede il patatràc tutti puntano il dito su cosa andava fatto prima e cosa non si è previsto. Il richiamo al rispetto di regole e misure è un richiamo anche alla responsabilità sociale di chi organizza».
Nel concreto però, i sindaci lamentano una sproporzione tra l’evento e le prescrizioni necessarie per organizzarlo. Come se ne esce?
«Che servano maggiori risorse rispetto al passato è un fatto, così come lo è il mutato scenario internazionale. Ma, ripeto, non c’è un giro di vite a prescindere ma una sequenza storica da osservare. Non sono d’accordo sulla sproporzione, le valutazioni sulle singole misure spettano ai tecnici che fanno il loro lavoro. Mi sento però di tranquillizzare i sindaci».
Prego.
«Non li abbiamo mai scoraggiati a organizzare eventi o manifestazioni e non lo faremo in futuro. Posso dire che in diversi casi, proprio per mancanza di risorse, per esempio per il controllo dei varchi, abbiamo messo a disposizione noi stessi i mezzi delle forze dell’ordine anche se non ci competeva. C’è la necessità di presidiare gli ingressi e creare zone cuscinetto, nella banalità di queste misure c’è tutta la ragionevolezza del mondo».
Incontrerà i sindaci, come caldeggiato dalla risoluzione?
«Certo, al più presto. Faremo in modo che il rapporto non sia così squilibrato da scoraggiare gli organizzatori degli eventi».
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Veniamo visti come oppressori o burocrati, poi quando succede il patatràc è troppo tardi