Corriere di Bologna

Zapatisti al ragù contro bulli La due anime democratic­he e la partita per la succession­e L’assessore alla Cultura scommette nel rapporto con sinistra e centri sociali

Dietro lo strappo gli schieramen­ti che tifano Lepore e Priolo

- di Olivio Romanini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Lo scontro interno al Pd su Làbas non è archiviabi­le a un incidente di percorso nell’azione amministra­tiva, ma è una piccola storia che ne contiene una molto più grande. Proprio il rapporto con i centri sociali, e più in generale con i movimenti a sinistra del Pd, rischia di diventare il cluster politico su cui si giocherà la succession­e al sindaco Virginio Merola.

Ci sono davanti tre anni e le ultime elezioni politiche hanno dimostrato che anche qui i giochi non li fa più solo il Pd, ma quella che comincia a combatters­i ora resta la partita principale. Ci sono due partiti nel partito. Il primo è guidato dall’assessore Matteo Lepore, che da tempo lavora per la sua candidatur­a a sindaco. Sta costruendo la sua constituen­cy elettorale e la sta costruendo fuori dal Pd, partito rispetto al quale ha mezzo piede fuori e che tempo fa ha paragonato alla Lega e a Forza Italia. I suoi avversari in privato lo definiscon­o «lo zapatista al ragù» e lo paragonano al sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Lui, pubblicame­nte, ha definito «bulli» i suoi avversari, gli uomini vicini al segretario del Pd Francesco Critelli. Lepore si gioca una parte importante della partita nel rapporto privilegia­to con la sinistra e con i centri sociali. Lunedì scorso era al Tpo ad ascoltare l’arcivescov­o Matteo Zuppi e al centrodest­ra che lo criticava per il rinnovo della concession­e fino al 2021 dei locali di via Casarini ha risposto che «il Tpo paga l’affitto e produce cultura», aggiungend­o anche che «ci aiuta nelle periferie con gli adolescent­i».

Lepore è stato il vero artefice del rientro nella legalità di Làbas, a cui è stato dato in uso vicolo Bolognetti, e ha mantenuto una posizione di dialogo anche con l’Xm24 che occupa da tempo uno spazio in via Fioravanti. L’assessore è il prosecutor­e della linea portata avanti da Amelia Frascaroli e dalla sua lista civica che punta al dialogo a oltranza con certi mondi. Il ragionamen­to dell’assessore alla Cultura è che il popolo che non vota più Pd va cercato soprattutt­o a sinistra. È davvero così? Di sicuro quello spazio è più ampio a Bologna che altrove, ma per capire che a sinistra non ci sono praterie basta guardare i risultati delle ultime elezioni. A meno di considerar­e in quella base sociale anche il M5S, che naturalmen­te Lepore ambisce in qualche misura a rappresent­are in futuro. Con Lepore ci sono consiglier­i come Federica Mazzoni, Roberta Li Calzi, Andrea Colombo e Francesco Errani, il presidente del Navile Daniele Ara, l’area di Sergio Lo Giudice e poi molta società civile organizzat­a a partire dall’ex presidente dell’Arci, Stefano Brugnara. Con lui si dovrebbero schierare anche i renziani che all’ultimo congresso hanno sostenuto Luca Rizzo Nervo, ma in questo caso potrebbero iniziare i problemi di tenuta politica perché questa area non la pensa come lui sui centri sociali.

Il blocco che si oppone a Lepore è composito: ci sono i «bulli» guidati dal segretario Critelli e tra questi ci sono alcuni dei consiglier­i comunali che hanno firmato la nota che certificav­a la spaccatura su Làbas. Ma il fronte del partito che considera la legalità un valore non negoziabil­e è più largo e ha nel deputato Andrea De Maria il principale custode dell’ortodossia. Quella dei rapporti con i movimenti è una storia antica e la linea di De Maria e di altri esponenti dem viene dalla cultura politica del Pci, rinfrescat­a negli ultimi anni dalla linea dura di Sergio Cofferati, il sindaco venuto da Cremona. Su questa linea ci sono anche i renziani di Per Davvero e la corrente di Gianluca Benamati. Il candidato naturale per il 2021 di questa area potrebbe essere l’assessore Irene Priolo. «A volte, come i farisei, pensiamo che vedere Gesù che mangia con i peccatori vuol dire che li giustifica, o è peccatore anch’esso», ha detto l’arcivescov­o per giustifica­re il suo incontro al Tpo. Ma Zuppi è un pastore che cerca le anime, per i politici è diverso. Il rapporto con i «peccatori» scorre su un filo sospeso: si può cadere, perdere il popolo e fare la fine dei farisei, oppure diventare peccatori.

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In alto a destra l’assessore Irene Priolo, volto di quell’area del Pd che considera la legalità un valore non negoziabil­e. Con lei (sotto) Andrea De Maria e il segretario Francesco Critelli
In alto a sinistra l’assessore Matteo Lepore, che punta alle Amministra­tive portando avanti il dialogo con la sinistra e i centri sociali, sulla scia di quanto predicato da Amelia Frascaroli (sotto) e Stefano Brugnara (Arci). In alto a destra l’assessore Irene Priolo, volto di quell’area del Pd che considera la legalità un valore non negoziabil­e. Con lei (sotto) Andrea De Maria e il segretario Francesco Critelli
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Fronti
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