Corriere di Bologna

Dalla Regione 2,5 milioni per le vittime dei reati

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Seicentose­ssantasei vittime di abusi, omicidi o violenze. Sono le donne, gli uomini, i ragazzi e i bambini di cui si è occupata dal 2005 a oggi la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati presieduta da Carlo Lucarelli, l’unica di questo genere in Italia. Tra loro anche Gessica Notaro, sfregiata dal suo ex, Maria Sirica, vedova di Davide Fabbri ucciso dal killer conosciuto come Igor il russo e Marco Ravaglia, ferito sempre dal criminale serbo. Ieri in Regione sono stati presentati i risultati dell’ultimo anno: 27 le istanze presentate dai sindaci e accolte, a favore di 44 persone che hanno ricevuto circa 200.000 euro. Per le spese legali e sanitarie, per il supporto psicologic­o o i corsi di formazione, per permettere insomma alle vittime di tornare a condurre una vita normale. «La Fondazione è un esempio di buone pratiche — commenta il presidente Stefano Bonaccini — un esempio che deve diventare patrimonio nazionale». La Regione aumenterà il proprio contributo, portandolo a 140.000 euro. «Chi subisce un forte trauma — racconta Lucarelli — in seguito alla perdita di un familiare per morte violenta o perché vittima di abusi, ha bisogno di un sostegno, anche economico, per sentirsi meno solo». Parole prese in prestito dal padre di Marcello Cenci, ucciso l’estate scorsa, che in uno dei video realizzati dalla Fondazione spiega di quanto avvertisse il bisogno di non sentirsi abbandonat­o dalle istituzion­i. Nei suoi 13 anni di attività, la Fondazione ha erogato 2,5 milioni di euro a 268 donne, 107 uomini e 291 tra bambini e ragazzi. Nel 2018 sono stati già decisi 11 nuovi interventi per oltre 80.000 euro.

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