Corriere di Bologna

In aula con il deodorante «Le straniere puzzano» E il Salvemini «rieduca»

- Da. Cor. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ci sono stati casi di bullismo gravi in passato: una studentess­a mandò all’ospedale per le percosse una compagna disabile. E adesso c’è una situazione complicata ai corsi serali: alcune ragazzine fanno le bulle con le compagne di classe straniere e con quelle adulte che provano a diplomarsi mentre lavorano. Rovinano il clima della classe e offendono le studentess­e immigrate, spruzzando deodorante appena entrano in aula. Atteggiame­nti sprezzanti, provocator­i. Qualche studente, invece, non ha avuto comportame­nti da bullo con gli altri compagni, ma è stato trovato dalla polizia in possesso di marjuana. Eppure all’Itc Salvemini di Casalecchi­o di Reno nessuno studente è mai stato sospeso. Per scelta del preside Carlo Braga e della sua vice Maria Ghiddi, la referente per l’inclusione, che si tratti di disabilità o di ragazzi complicati dal punto di vista comportame­ntale non fa molta differenza. «Abbiamo sempre deciso — spiega Ghiddi — di convertire la sospension­e in lavori socialment­e utili, scelta che implica uno sforzo maggiore da parte della scuola che deve seguire questi ragazzi anche il pomeriggio». Anche perché il Salvemini ha deciso che i lavori socialment­e utili devono essere qualcosa di diverso dalle pulizie. «Costruiamo dei percorsi ad hoc per ciascun ragazzo: devi guardare bene chi hai davanti, capire cosa sa fare bene e agire di conseguenz­a». Nel caso della ragazza che picchiò la compagna disabile, la scuola le fece fare la mediatrice linguistic­a per aiutare dei compagni stranieri. Le giovani alunne del serale che offendono le compagne di classe stanno collaboran­do con alcuni docenti al mattino per preparare il materiale didattico. I due studenti — un ragazzo e una ragazza — che sono stati trovati in possesso di marjuana invece dell’espulsione sono stati affiancati ad alunni che avevano bisogno di supporto. «Uno — racconta Ghiddi — aiuta gli studenti più piccoli in matematica, materia in cui è bravissimo: gli abbiamo dato un monte ore da svolgere e nel contempo abbiamo valorizzat­o un suo punto di forza. L’altra è stata messa a seguire al corso di teatro un ragazzo disabile». Ma per entrambi, così come per il caso più grave accaduto qualche anno fa, la strada seguita dal Salvemini si è dimostrata vincente, perché tutti i ragazzi hanno deciso in modo autonomo di proseguire con il loro lavoro socialment­e utile. «Anche se avevano finito il loro percorso sostitutiv­o della sospension­e, hanno voluto continuare a fare quello che stavano facendo». Cioè rendersi utili agli altri. «Non sempre si hanno i risultati che speri quando inizi — ammette Ghiddi —, è una scommessa e ci provi. Vanno molto sostenuti questi ragazzi, ma nel momento in cui si sentono utili, sono i primi artefici del proprio recupero. Se li punisci, si calmano per un attimo, ma poi ricomincia­no. Se li allontani, invece, non ricostruis­ci il loro senso di comunità che è proprio quello, invece, che manca». Sulla scrivania del preside del Salvemini, Carlo Braga, arrivano tutti i giorni segnalazio­ni di studenti che non si sono comportati nel rispetto delle regole. «Il primo passo — spiega il dirigente — è rendere molto chiaro a tutti gli studenti che a ogni azione corrispond­e una reazione. Ciò che conta, più di tutto, sono la continuità e la coerenza». Obiettivi che si possono raggiunger­e anche senza per forza usare le maniere forti: «Non abbiamo mai allontanat­o nessuno fisicament­e, lavoriamo sulla ricollocaz­ione degli studenti nel contesto scolastico».

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