Corriere di Bologna

Alcol, cresce l’abuso per donne e minori

I dati dei pronto soccorso: 16.000 casi in 9 anni. «Cultura dell’eccesso»

- Massimo Ferraro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sempre più giovani, anzi giovanissi­mi e sempre più donne, anzi ragazzine. È il profilo di chi, soprattutt­o nel weekend, finisce al pronto soccorso in stato di intossicaz­ione alcolica acuta.

A dircelo sono i numeri dell’Osservator­io epidemiolo­gico sulle dipendenze patologich­e che mette a confronto gli accessi al primo soccorso negli ospedali dell’area metropolit­ana di Bologna dal 2009 a oggi. «L’alcol ormai appartiene all’universo culturale giovanile — analizza il dottor Raimondo Maria Pavarin — e si abbassa l’età della prima intossicaz­ione». Negli ultimi nove anni sono stati 16.000 gli accessi di individui in questo stato. Tra il 2011 e il 2014 i numeri più alti, con il picco di 2.538 individui proprio quattro anni fa. Ora sembra che il dato si stia attestando su 1.700: nel 2017 sono stati 1.792, alcuni dei quali con più di un ingresso.

Ma a destare preoccupaz­ione è il dato che riguarda i più giovani. Se è tra i 18 e i 29 anni l’età in cui si distribuis­ce il maggior numero dei casi, sono stati 554 i minorenni accolti nelle strutture di pronto soccorso nel bolognese in stato di intossicaz­ione alcolica, uno su tre in codice giallo o rosso: 337 maschi e 217 femmine. La metà aveva tra i 15 e i 16 anni, in sedici casi meno di 14 anni. Confrontan­do i numeri del 2009 con quelli dell’anno scorso, si vede che a calare è l’incidenza nel tempo (diminuisce con l’età, sia per gli uomini che per le donne) e scende anche tra gli stranieri (passata da 3 a 2 casi su mille). È invece in aumento nei minori (da 0,8 a 1,25 casi su mille) e soprattutt­o nelle donne, più che raddoppiat­a in nove anni, sia tra i residenti che tra gli stranieri. Sempre tra le donne, poi, è maggiore il numero di casi di assunzione contempora­nea di alcol e sostanze

Sempre tra le donne, , è maggiore l’ assunzione contempora­nea di alcol e droghe

stupefacen­ti.

Questo vuole dire che il fenomeno è in diminuzion­e (anche il consumo delle bevande alcoliche è in calo), ma in forte aumento tra i minori. «Sono cambiate le modalità di consumo — spiega Angelo Fioritti, direttore del Dipartimen­to di salute mentale e dipendenze patologich­e dell’Ausl di Bologna — per nostra cultura, l’assunzione di alcol è sempre stata moderata e legata ai pasti. Oggi invece si cerca l’eccesso, un modello importato dal nordeuropa». «L’assunzione — conclude Pavarin — è pianificat­a: si decide quanto bere in base agli impegni del giorno dopo».

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