Via San Felice, Bolognese e Saffi Ecco dove si respira «aria pesa»
Primo report dei comitati con le centraline fai-da-te. Maglia nera alla Porrettana
Il punto più inquinato è lungo la via Porrettana a Casalecchio, ma poi sono le strade bolognesi a farla da padrone con in testa via San Felice, via Franco Bolognese in Bolognina e via Saffi. Sono questi i luoghi della città più critici per lo smog analizzati grazie alla campagna Aria Pesa, organizzata dai comitati ambientalisti schierati contro alcuni dei progetti urbanistici più impattanti sotto le Due Torri: cittadini e volontari hanno installato a proprie spese dei rilevatori di No2, il biossido di azoto, che tra la fine di gennaio e il mese di febbraio hanno monitorato l’andamento di questo inquinante in città. Un modo per fare fronte alla continua emergenza della qualità dell’aria, tornata a essere pessima negli ultimi due anni.
Giovedì sera al circolo Venti Pietre di via Marzabotto sono stati presentati i primi risultati del report: un primo quadro «qualitativo» per capire le zone più problematiche e quelle meno colpite dallo smog, in attesa che il comitato scientifico del progetto completi l’analisi dei dati, che tra un mese dovrebbe essere completa e accompagnata da una serie di proposte contenute in un dossier. In totale alla campagna «dal basso» erano arrivate 340 adesioni per altrettanti rilevatori, ma come spiega Francesco Luca Basile, coordinatore scientifico di Aria Pesa, durante le misurazioni 19 dispositivi sono stati rubati e alcuni invalidati. «Quelli che hanno completato il monitoraggio sono stati 316, ma questi primi risultati fanno riferimento ai 270 posizionati a un’altezza ideale dal suolo — commenta Basile —. La fotografia generale mostra valori più alti in città rispetto alla provincia e soprattutto in zone che saranno interessate da progetti molto impattanti. Innanzitutto il Passante ma anche la cementificazione dei Prati di Caprara e l’apertura di strutture commerciali al San Donato».
Come detto San Felice rappresenta il punto più nero in città, anche a causa di un «effetto canyon» (una strada molto stretta con un grande
passaggio di mezzi pubblici e privati) già conosciuto. Poi Franco Bolognese, via Saffi, e a seguire piazza Malpighi, ponte San Donato, via Irnerio, via Tolmino, via della Salita e via Mazzini all’incrocio con Pelagio Palagi. Le cose sono invece andate meglio nei parchi e nelle strade collinari come Siepelunga, o in estrema periferia come San Ruffillo oltre ai comuni della provincia come San Lazzaro, Anzola, Ozzano e Casalecchio dove però si trova il punto più critico lungo la Porrettana. In totale sui 270 rilevatori presi in esame, erano 25 quelli installati in provincia: 6 dei 10 risultati migliori arrivano dalla città metropolitana. I volontari e i comitati di Aria Pesa avevano provato ad avere una diffusione che coprisse tutto il territorio cittadino e grazie alla buona partecipazione sono riusciti
ad averla. «Il limite fissato per il biossido di azoto è di 40 g/m3 come media annuale – aggiunge Basile –. Attualmente non ci sbilanciamo nel dare i nostri valori perché dobbiamo calibrarli ma abbiamo già potuto osservare le diverse situazioni. I rilevatori posizionati vicino alla tangenziale e il futuro Passante mostrano già adesso dati peggiori».
Adesso la mole di dati verrà ordinata in un dossier che conterrà anche proposte e soluzioni. E poi si spera di «istituzionalizzare» il progetto. «Con Arpae lo scambio di informazioni è ottimo, hanno perfino collaborato comprando dei rilevatori. Abbiamo saputo che il Comune è interessato al progetto ma non ci sono stati contatti» conclude Basile.
La fotografia generale mostra valori più alti in città rispetto alla provincia e soprattutto in zone che saranno interessate da progetti molto impattanti. Innanzitutt o il Passante ma anche la cementificazione dei Prati di Caprara e l’apertura di strutture commerciali al San Donato