Corriere di Bologna

Parla Donadoni «Ora facciamo il salto di qualità»

Il mister: «Sono convinto, siamo in grado di fare il salto di qualità Possiamo fare veramente qualcosa in più ma bisogna crederci»

- di Fernando Pellerano

Una piccola scossa arriva solo dopo il 90’, in sala stampa, con la domanda di un collega sardo, molto diretta, la prima: mister, negli ultimi giorni s’è sparsa la voce che lei è il candidato alla panchina del Cagliari per la prossima stagione. Bologna è tutt’orecchi, da una parte i pro, dall’altra i contro. La risposta di Donadoni è scontata, «parlare adesso del prossimo campionato mi sembra un po’ azzardato, a noi come al Cagliari mancano ancora quattro partite, tutte e due le squadre cercherann­o di fare il meglio possibile e questa è l’unica cosa a cui tengo, il resto dei discorsi li vedremo, li valuteremo più avanti». Come da copione il tecnico, dopo aver ricordato i suoi felici trascorsi in terra sarda con tanto di piacevoli dimostrazi­oni d’affetto dei tifosi cagliarita­ni di cui va orgoglioso, non esclude categorica­mente (perché nel calcio si sa che le cose possono cambiare in fretta, eccetera, eccetera). Rimane il fatto che a Bologna Donadoni non viaggia sulle ali dell’entusiasmo, né suo né del pubblico, e solo delle buone prestazion­i con qualche risultato positivo possono riequilibr­are un po’ il giudizio sul suo operato, al momento non brillantis­simo. Prima chance fra una settimana, «vogliamo fare bene», alla luce di due prestazion­i accettabil­i: convinta ma perdente a Genova all’ultimo respiro, passabile ieri a Cagliari contro una squadra soprattutt­o affamata.

Rimane un dato di fondo: la squadra non graffia, tira poco, fatica a incidere sotto porta, manca sempre qualcosina negli ultimi metri, nell’ultimo passaggio e talvolta anche nelle conclusion­i. È il tormentone dell’anno. «È così, è l’aspetto che durante il campionato non ci ha permesso di avere quei 5-6-7 punti in più facili (eccolo lì l’agognato decimo posto ndr) ed è un rammarico grande: dobbiamo fare tutti dei mea culpa». Convinzion­e, cattiveria, determinaz­ione. «Io sono convinto che possiamo fare qualcosa di più, bisogna crederci se vogliamo fare il salto di qualità. Ma la sicurezza nei propri mezzi non è che qualcuno te la inietta come un prodotto qualsiasi, il giocatore deve convincers­i, non avere timore di fare la giocata, prendere in consideraz­ione anche lo sbaglio, ma osare. Solo così magari alla fine non finisce 0-0. Tutte queste imprecisio­ni, un’imperfetta gestione della palla ci creano problemi nella finalizzaz­ione: sembra quasi che incidere o concretizz­are sia un optional o arrivi per grazia ricevuta». Insomma parole. L’analisi della partita è semplice, «siamo sempre rimasti con la difesa a tre anche quando è entrato Mbaye, con Masina un po’ più in copertura per consentire a Orsolini dall’altra parte di spingere di più, ma non siamo stati troppo intraprend­enti, seppure è vero che li abbiamo limitato bene concedendo­gli molto poco sugli esterni dove correvano i temi ricorrenti avendo in mezzo uno come Pavoletti. Sì, ho pensato a proteggerm­i, ma anche ad avere la spinta giusta per metterli in difficoltà, cosa però fatta solo a tratti». Singhiozzi, piccoli sussulti. Mai disdegnare un pareggio fuori casa: la partita sarà stata combattuta, ma poco divertente. Prestazion­i dei singoli così, così, con un Romagnoli al centro della difesa uscito per affaticame­nto che è convinto di poter fare ancora bene in rossoblù e spera di fare un regalo alla tifoseria «e anche a noi stessi» col Milan.

 ?? Al timone ?? Donadoni al centro di critiche e polemiche in settimane ha strappato un punto a Cagliari al termine di una partita attenta e seria dei rossoblù
Al timone Donadoni al centro di critiche e polemiche in settimane ha strappato un punto a Cagliari al termine di una partita attenta e seria dei rossoblù

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