Corriere di Bologna

IL FUTURO DEL MISTER

- Di Claudio Beneforti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il Bologna non è la Snai, non può e non deve vivere di scommesse. Quindi, o arriva Gasperini o un altro allenatore capace di fare la differenza, oppure tutta la vita è costruttiv­o andare avanti con Donadoni; e non solo perché c’è in ballo un contratto fino al 2019 da 4,3 milioni lordi più i premi. Cambiare per cambiare rischiereb­be di essere l’abc di un’annata tremendame­nte sofferta. Bologna è divisa, tanti vorrebbero il suo addio e tanti vorrebbero che restasse, l’importante è che abbia un’unica idea nella testa il Bologna: una volta per tutte dovrà inviare al prossimo un segnale di forza, da società vera che sa quel che fa e anche quel che vuole. Quanto Donadoni abbia le spalle larghe (e sia un parafulmin­e per chi lavora a Casteldebo­le) è evidenziat­o anche dal comportame­nto della squadra, che in questa settimana avvelenata da uno striscione ostile nei confronti dell’allenatore non lo ha abbandonat­o e nei fatti ha giocato anche per lui. È evidente che poi Donadoni dovrebbe essere messo nelle condizioni di fare bene sia da Saputo sia da Bigon perché, come ha detto Guidolin, per costruire un calcio concreto, divertente e gustoso ci vogliono bravi giocatori e non discorsi. Magari anche con una certa esperienza alle spalle, che sono quelli che Donadoni preferisce e dai quali è più seguito. E se il progetto giovani dovrà aspettare per un altro anno, pazienza. Avete capito bene, conoscendo Bologna e chi governa e gestisce il Bologna è sempre meglio l’usato sicuro che il nuovo che avanza.

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