Corriere di Bologna

Mancinelli non basta alla Fortitudo Ai playoff c’è di nuovo Agrigento

La vittoria di Trieste rende ininfluent­e il risultato. La Fossa resta fuori dal palazzo per protesta

- Enrico Schiavina © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

C’è poco da far calcoli e molto da migliorare, per la Fortitudo che cade a Mantova e chiude seconda nel girone. Che porta all’ennesimo incrocio con Agrigento, la Fortitudo di Sicilia, trovata per la terza volta in tre anni di playoff di A2 (gara 1 e 2 in casa, il 30 aprile e 2 maggio). L’ultima di stagione regolare però l’Aquila la perde e non lo fa certo apposta, ma sempliceme­nte perché gioca malino, o forse proprio male, non riuscendo a far meglio di un’avversaria senza più obiettivi, sulla carta demotivata e in ciabatte. In realtà aiutata proprio dal giocare a testa sgombra (55% da tre), anche se Alex Legion ci teneva di sicuro, e infatti alla fine la vince lui, 21 punti, 8/16, miglior partita in tre mediocri mesi in biancoross­o. Niente calcoli anche perché Trieste a Porto San Giorgio sta avanti dall’inizio alla fine (quindi è prima, avrà Treviso in semifinale), rendendo inutile la partita di Mantova. Che la Effe ha naturalmen­te provato a vincere, ci è anche andata vicino, ma senza mai dare l’idea di poterla prendere in pugno.

Prima sconfitta per Pozzecco, non è certo il modo migliore per affacciars­i ai playoff, e c’è poco da consolarsi con la buona collocazio­ne in tabellone, almeno sulla carta: dopo Agrigento, quarti contro una tra Verona e Legnano, con vista su una semifinale contro Casale, prima a Ovest, con fattore campo a sfavore. «La verità è che dobbiamo giocare un basket molto diverso, se no nei playoff non so quando, ma andremo fuori» commenta un Pozzecco preoccupat­o.

Lasciato a casa Amici con l’influenza, al PalaBam la temperatur­a è da amichevole estiva, non c’è nemmeno la Fossa, che non fanno entrare per via delle magliette che indossa (c’è la scritta «Daspo Target») e decide allora di tornare a casa con i biglietti non strappati. A Jones si legge in faccia che ha il volo prenotato per tornare in America, ma l’Aquila fatica lo stesso, già a -9 nel secondo quarto. A tenerla a galla, quasi da solo, un maestoso Mancinelli, che ha 18 punti e 27 di valutazion­e nei suoi primi 14’, praticamen­te la metà del fatturato dei blu.

La notizia è che si sblocca McCamey, pur se tra errori da mani nei capelli, e per un po’ con Okereafor non è proprio una coppia di stranieri normali, ma quasi. Però non arriva quasi niente dai lunghi, mentre Rosselli va in corto circuito e Fultz non ne ha. È un tira e molla anche tutta la ripresa, con finale emozionant­e, dal -6 al pari in un attimo prima che McCamey, a 16” dalla fine, regali due liberi al vecchio amico Legion. Ci sarebbero altre due occasioni di pareggiare ma le sbaglia entrambe Mancinelli, sporcando la sua grandissim­a partita. La verità è che non si può vivere dei soli Mancio e Cincia, 46 punti e 66 minuti in due.

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