Mancinelli non basta alla Fortitudo Ai playoff c’è di nuovo Agrigento
La vittoria di Trieste rende ininfluente il risultato. La Fossa resta fuori dal palazzo per protesta
C’è poco da far calcoli e molto da migliorare, per la Fortitudo che cade a Mantova e chiude seconda nel girone. Che porta all’ennesimo incrocio con Agrigento, la Fortitudo di Sicilia, trovata per la terza volta in tre anni di playoff di A2 (gara 1 e 2 in casa, il 30 aprile e 2 maggio). L’ultima di stagione regolare però l’Aquila la perde e non lo fa certo apposta, ma semplicemente perché gioca malino, o forse proprio male, non riuscendo a far meglio di un’avversaria senza più obiettivi, sulla carta demotivata e in ciabatte. In realtà aiutata proprio dal giocare a testa sgombra (55% da tre), anche se Alex Legion ci teneva di sicuro, e infatti alla fine la vince lui, 21 punti, 8/16, miglior partita in tre mediocri mesi in biancorosso. Niente calcoli anche perché Trieste a Porto San Giorgio sta avanti dall’inizio alla fine (quindi è prima, avrà Treviso in semifinale), rendendo inutile la partita di Mantova. Che la Effe ha naturalmente provato a vincere, ci è anche andata vicino, ma senza mai dare l’idea di poterla prendere in pugno.
Prima sconfitta per Pozzecco, non è certo il modo migliore per affacciarsi ai playoff, e c’è poco da consolarsi con la buona collocazione in tabellone, almeno sulla carta: dopo Agrigento, quarti contro una tra Verona e Legnano, con vista su una semifinale contro Casale, prima a Ovest, con fattore campo a sfavore. «La verità è che dobbiamo giocare un basket molto diverso, se no nei playoff non so quando, ma andremo fuori» commenta un Pozzecco preoccupato.
Lasciato a casa Amici con l’influenza, al PalaBam la temperatura è da amichevole estiva, non c’è nemmeno la Fossa, che non fanno entrare per via delle magliette che indossa (c’è la scritta «Daspo Target») e decide allora di tornare a casa con i biglietti non strappati. A Jones si legge in faccia che ha il volo prenotato per tornare in America, ma l’Aquila fatica lo stesso, già a -9 nel secondo quarto. A tenerla a galla, quasi da solo, un maestoso Mancinelli, che ha 18 punti e 27 di valutazione nei suoi primi 14’, praticamente la metà del fatturato dei blu.
La notizia è che si sblocca McCamey, pur se tra errori da mani nei capelli, e per un po’ con Okereafor non è proprio una coppia di stranieri normali, ma quasi. Però non arriva quasi niente dai lunghi, mentre Rosselli va in corto circuito e Fultz non ne ha. È un tira e molla anche tutta la ripresa, con finale emozionante, dal -6 al pari in un attimo prima che McCamey, a 16” dalla fine, regali due liberi al vecchio amico Legion. Ci sarebbero altre due occasioni di pareggiare ma le sbaglia entrambe Mancinelli, sporcando la sua grandissima partita. La verità è che non si può vivere dei soli Mancio e Cincia, 46 punti e 66 minuti in due.